"the problems we all live with" di norman rockwell

mercoledì 24 settembre 2014

Si riparte... in direzione ostinata e contraria

Ho scritto a Il Fatto, che da qualche tempo ospitava il mio blog, per comunicare loro la mia decisione di interrompere questa collaborazione per uno scrupolo dovuto alla mia funzione.
Questa la lettera che ritengo di condividere qui perché non c'è mai stato e non c'è nemmeno adesso nulla da nascondere...
E poi da oggi tornerò a usare questo spazio esclusivamente mio per riflettere e ragionare di legalità e Costituzione e democrazia...in direzione ostinata e contraria ai luoghi comuni e alle mistificazioni di chi vuol cambiare tutto per non cambiare nulla.

"Carissimi amici de Il Fatto,
vi scrivo per comunicarvi la decisione di non proseguire la bella avventura del blog che voi mi avete gentilmente offerto e messo a disposizione.
Vi ringrazio per l'opportunità di questi anni e per la fiducia che mi avete dimostrato nel mio pur piccolo spazio di scrittura.
Ricordo in particolare con grande gioia l'inaugurazione bolognese della pagina emiliana, con la presenza di Lucio Dalla e di Peter Gomez.
Perché chiudere il blog?
Devo fare i conti con le conseguenze che questo potrebbe avere sul mio ruolo di magistrato e di pubblico ministero.
In modo un po' guascone ho sempre allontanato questi dubbi pensando che quello che contava fossero i contenuti e gli ideali che mi muovevano.
Non mi sono mai sentito fazioso o di parte ma ho sempre e solo cercato di dare un contributo di riflessione e conoscenza sui temi che mi appassionano e a cui dedico la mia vita lavorativa: giustizia, legalità, Costituzione, democrazia...
Sentivo e sento un dovere di testimoniare e la responsabilità di contribuire al dibattito sulla giustizia, visto che su questo tema circola tanta disinformazione e propaganda.
Peraltro questi obiettivi vi sono ben noti e cari e da qui è nata questa sorta di "collaborazione"...
Tuttavia oggi penso convintamente che il mio ruolo mi debba imporre alcune attenzioni non solo nei contenuti (riguardo che ho sempre avuto) ma anche nei modi di partecipazione al dibattito.
Per questo ritengo che un mio stabile inserimento nel blog della vostra testata mi caratterizzi troppo e possa risultare un danno non tanto per me (i prezzi personali si pagano e si devono pagare), quanto per il mio lavoro e le mie indagini.
Non mi occupo di reati contro la pubblica amministrazione in modo stabile, ma questo non toglie il rischio che un futuro procedimento da me condotto possa essere strumentalizzato e danneggiato a causa di una mia presunta faziosità.
Sarebbe già diverso se scrivessi in modo occasionale e infatti non mi precludo di partecipare a convegni o dibattiti organizzati anche da partiti o da testate giornalistiche anche schierate: in passato partecipai a dibattiti dei 5 stelle o a feste dell'unità e se mi invitassero andrei con chiunque mi garantisse libertà di parola e serietà nell'organizzazione del dibattito pubblico.
Il mio è un contributo per un verso tecnico e per altro verso di un innamorato della Costituzione... e tale non solo deve restare ma anche apparire.
Non sono ingenuo, so che io potrei comunque essere ritenuto una toga rossa, nonostante tanti miei interventi pubblici critici anche su Violante, Prodi, Letta e da ultimo Renzi... So che la strumentalizzazione verrà fatta comunque e a prescindere dal mio tentativo di intervenire in modo sobrio ed equilibrato, ma questo non toglie che io senta doveroso fare questo passo indietro nella forma.
Continuerò a pensare. continuerò a scrivere, continuerò a difendere i principi costituzionali e a tentare di contribuire a un dibattito sulla giustizia corretto e informato. Ma devo cercare di farlo con forme ancora più attente e senza alcuna collocazione, nemmeno apparente (perché noi sappiamo bene che il sito de Il Fatto mi ha solo ospitato e non mi ha mai controllato o pressato ...).
Forse è la scomparsa recentissima di mio padre a farmi fare questo passo: si era sempre preoccupato del fatto che mi esponessi troppo...
Continuerò a espormi, se difendere la legalità significa esporsi...
Ma ritengo più corretto anche nell'apparenza farlo in solitudine, senza alcun giornale o testata o gruppo o bandiera che possa anche solo far sospettare o pensare in mala fede che io abbia argomenti o obiettivi politici o di parte.
Mi rendo conto che per molti io scrivo "sul Fatto", il che esprime un'appartenenza che invece non c'è mai stata, trattandosi piuttosto di una vostra gentile ospitalità per il comune interesse e attenzione ai temi di cui scrivo.
Non potevo pensarci prima? ...dirà qualcuno.
Forse sì... ma solo gli stupidi non cambiano idea e solo gli immaturi non crescono.
Non pensiate che questa scelta sia frutto di paura o dimostri che da domani io sarò meno deciso nel dire quello che penso.
Il contrario, forse mi sentirò ancora più libero e in dovere di difendere legalità e Costituzione, nel mio quotidiano impegno, nelle scuole, incontrando i cittadini.
Grazie ancora per l'ospitalità che mi avete offerto
e buon lavoro a tutti voi.
con amicizia e stima,
Marco Imperato"