"the problems we all live with" di norman rockwell

domenica 25 gennaio 2015

IL PAESE DEL DIRITTO (...di TWITTARE)

"L'Italia, che è la patria del diritto prima che la patria delle ferie, merita un sistema migliore. La memoria dei magistrati che sono morti uccisi dal terrorismo o dalla mafia ci impone di essere seri e rigorosi. Non vogliamo far 'crepare di lavoro' nessuno, ma vogliamo un sistema della giustizia più veloce e più semplice. E, polemiche o non polemiche, passo dopo passo, ci arriveremo"
Queste le parole del Presidente del Consiglio dopo che ieri, per l'inaugurazione dell'anno giudiziario, in tutte le Corti d'Appello si erano alzate dai magistrati italiani parole di preoccupazione e di denuncia per l'emergenza continua del sistema giustizia.

...non c'è niente da fare. 
E' impossibile discutere, proporre, indignarsi, segnalare, argomentare se dall'altra parte non c'è qualcuno che ha voglia di comprendere e migliorare le cose ma solo speculare per facile propaganda e battute. 
Ieri non c'è stata alcuna protesta sulle ferie ma si è cercato di comunicare i tanti problemi che rendono spesso disastroso e fallimentare la giustizia: risorse inadeguate, numeri mostruosi che ci rendono lentissimi nonostante i magistrati italiani siano tra i più produttivi d'Europa da anni, regole incomprensibili o contraddittorie, delegittimazione e sfiducia, cultura diffusa dell'illegalità...

Naturalmente i magistrati hanno anche la loro quota di responsabilità e il dovere di mettersi sempre più in discussione e in dialogo, ma se l'obiettivo è un tweet diventa tutto inutile e frustrante

Il mio stipendio resta quello e le ferie non le facevo neanche prima e quindi nemmeno mi accorgerò della loro diminuzione, come la maggior parte dei miei colleghi (per non parlare dei giudici, che sono costretti a scrivere sentenze anche durante le ferie perché per loro i termini non si sospendono mai).
La cosa paradossale è che in queste settimane ci si è resi conto che il Governo ha SBAGLIATO a scrivere la norma con cui voleva ridurre da 45 a 30 i giorni di ferie (considerate che il sabato è lavorativo e che di fatto ci sono turni di reperibilità 24 ore al giorno e 365 giorni all'anno specie per i pm).
A questo punto i magistrati, quelli che in questi mesi dal premier sono stati solo irrisi e usati come obiettivo per raccogliere consenso demagogico (per esempio accusando falsamente l'ANM di aver protestato per aver messo il tetto di 250mila euro allo stipendio, quota superata solo da due magistrati su quasi 10mila e che il 99% mai nemmeno sfiorerà nemmeno a fine carriera), questi magistrati fannulloni stanno di fatto sollecitando il Legislatore perché intervenga altrimenti finiremo anche per passare per quelli che non applicano la legge: le norme ci danno ancora 45 giorni ma avendo capito che si tratta di un errore ci si pone lo scrupolo di evitare un esito diverso da quello mediaticamente dichiarato dal Governo e restare così col cerino in mano.
E dobbiamo anche subire il richiamo alla serietà... noi?

L'esternazione di oggi del Presidente del Consiglio, che ben si guarda dal leggere i tanti documenti prodotti in questi anni bastandogli pochi caratteri su Twitter per ottenere i titoli dei giornali con uno slogan tanto facile quanto mistificante, dimostra ancora una volta purtroppo che non c'è la volontà di dialogo istituzionale per risolvere i problemi negli interessi dei cittadini.

Si cerca solo di cerca qualche capro espiatorio a fronte di problemi complessi e radicati: tanto c'è sempre una soluzione semplice da offrire alla massa. Sì, una soluzione semplice, ovvia, immediata e ... sbagliata.

Prescrizione... 
Illegalità...
Soglie dei reati fiscali che si vogliono alzare e che ci costringerebbero a restituire milioni di euro in sequestro ai poveri evasori...
Personale amministrativo demotivato, carente e senza riqualificazione da anni...
Norme incostituzionali e inefficaci...
Carico di fascicoli abnorme (un pm svedese ha in media 25/50 fascicoli,quello italiano è fortunato se ne ha 5/600... e alcuni arrivano ad averne anche oltre 2000)...
Procedure barocche e irrazionali...
Disorganizzazione...
Impunità dei reati dei colletti bianchi...

Ma questi sono problemi che richiedono impegno, studio, investimenti, serietà, dialogo serio e responsabilità con tutti i soggetti coinvolti.

Molto più facile un Tweet.
Peccato sia tanto facile quanto inutile a risolvere i problemi.
Non i problemi dei magistrati. Quelli dei cittadini italiani e soprattutto di quelli onesti.



sabato 10 gennaio 2015

IGNORANCE, FEAR, HATE ...

Sono ore di orrore e dolore.

Possiamo uscirne indeboliti, spaventati e pieni di odio. 
Oppure possiamo ritrovare i valori fondanti, stringerci insieme e reagire costruendo un modo che è più sicuro perché è più giusto.


La vera sfida e la vera vittoria contro questa strategia folle degli integralisti è RIMANERE NOI STESSI.

Anzi, ritrovarci... proprio a partire da quel dolore.
Riscoprire quanto per noi siano importanti la libertà di espressione, il rispetto delle idee diverse, la dignità assoluta di ogni vita umana.

Qualcuno reagisce invocando la pena di morte...per dei kamikaze che non chiedono altro?!

Qualcuno invoca barriere anacronistiche, dimenticando che molti degli attentatori sono cresciuti proprio in Europa...
Qualche politico si frega le mani e soffia sulle paure con frasi demagogiche e irresponsabili...
Qualche giornalista pensa di raccontare quello che sta accadendo come una guerra di civiltà e di religione...

Di quale Islam parla questo giornale "libero" (minuscole e virgolette non sono casuali)? 

Quale obiettivo si prefigge un titolo che pensa di rappresentare la religione di UN MILIARDO E SEICENTO MILIONI di persone (il 23% della popolazione mondiale) dicendoci che loro sono quell'assassino che spara a sangue freddo a un uomo inerme che alza le mani?



Forse non sapeva o non gli interessava sapere che Islam è anche l'uomo a terra, il poliziotto Ahmed che lavorava per difendere la sicurezza del giornale satirico Charlie Hebdo.
Un cittadino francese, un poliziotto, un musulmano... un UOMO.

Non sono uno storico o un esperto di Islam e non pretendo qui di affrontare i tanti problemi culturali, storici e geopolitici della questione. 

Sicuramente esiste un problema di interpretazioni integraliste che preoccupa anche quando porta a realizzare teocrazie intolleranti, ma non possiamo dimenticare le pagine dolorose della storia della Chiesa cattolica: pensiamo all'Inquisizione o a quanto accaduto in America Latina, per fare solo due esempi.

Io sono profondamente convinto che queste depravazioni delle religioni siano proprio la massima bestemmia contro Dio, per chi ci crede... e resto convinto che si debba e si possa convivere e coesistere. 


E' un'utopia? In parte lo è, ma non sono disposto a cedere all'odio e alla paura.
Credo che dobbiamo difendere con le unghie e con i denti i nostri valori di laicità, libertà, rispetto della dignità umana, solidarietà, uguaglianza.
Sono valori che sono iscritti nella nostra storia e nelle nostre Costituzioni ma troppo spesso li dimentichiamo, li smentiamo nelle nostre pratiche e li svuotiamo di significato... oppure crediamo che debbano essere applicati solo in casa nostra.

Purtroppo la storia anche recente del civilizzato occidente ha spesso smentito questi valori: siamo stati la civiltà della tolleranza o del denaro? abbiamo combattuto per i diritti o per il potere?

RESTIAMO UMANI...o torniamo ad essere tali davvero.
Come uomini e donne, come cittadini del mondo e dell'Europa.

Ecco... l'Europa.

O diventerà davvero uno spazio di diritti e di valori condivisi o finirà per essere una burocrazia inutile e incapace di fermare il declino economico e culturale che stiamo vivendo.

Reagiamo all'orrore di questo integralismo restando uniti e affermando la tolleranza e l'amore per la libertà: allora quelle vittime innocenti non saranno morte inutilmente.