"the problems we all live with" di norman rockwell

giovedì 3 marzo 2016

La GRANDE TENTAZIONE: POTERE o LIBERTA'?

La vicenda che vede contrapposta l’Apple e l’FBI sta facendo discutere molto e credo che valga la pena soffermarvisi perché rappresenta un ottimo banco di prova per ragionare sul rapporto tra potere e libertà.
I fatti in sintesi: gli investigatori americani hanno chiesto al colosso di Cuppertino di sbloccare un iphone sequestrato al presunto colpevole di un grave fatto terroristico. Tim Cook (amministratore delegato di Apple) ha risposto che non possono aderire a questa richiesta perché creerebbero una sorta di “porta di servizio” (back door nella vignetta…) che sarebbe poi utilizzabile e violabile anche per tutti gli altri telefoni che utilizzano il medesimo software. In sostanza, secondo i tecnici, non sarebbe possibile fare una breccia nel sistema di quel singolo telefono senza che tale crepa nel sistema di sicurezza possa essere usato poi di fatto anche in tutti gli altri centinaia di milioni di apparecchi. Cook sostiene che dovrebbe consegnare all’FBI una sorta di pass-partout che metterebbe a repentaglio la sicurezza e la privacy di milioni di cittadini.

E’ un’esagerazione? Stiamo sacrificando la nostra sicurezza per delle fobie da grande fratello?

Nessun dubbio che se fosse possibile entrare solo in un telefono, questa operazione sarebbe ben giustificata e legittima per l’autorità che persegue quel grave delitto.
Ma la questione pare essere proprio questa: resta giusto aprire quella back door anche se facendolo si rende possibile la violazione della privacy di tutti e anche ad altri fini che non siano di giustizia?
La risposta è necessariamente (e forse amaramente) no.

Non è giusto dare un così grande potere che poi potrebbe essere usato in modo indiscriminato.
Non è giusto perché non esiste alcuna garanzia certa che un simile potere, così grande e appetibile, sarebbe usato solo per fini legittimi e limitati e che non finirebbe prima o poi nelle mani sbagliate… ovvero, seguendo la perfetta allegoria della vignetta, hackers predatori di dati privati, regimi repressivi interessati a controllare tutti e chissà chi altro ancora e per che cosa…

Montesquieu elaborò il noto principio della separazione dei poteri proprio perché si rese conto di una verità sempre valida per l’uomo: il potere se non trova limiti finisce per abusare di se stesso.

L’accesso alle informazioni private di milioni di persone è un’attrazione troppo forte e potente per non sollevare il legittimo timore che le mani sbagliate finirebbero su di un simile pericoloso tesoro.

Forse il paragone vi suonerà esagerato, ma sarebbe come aver costruito un’enorme arma di distruzione di massa che può colpire milioni di persone ovunque nel mondo e che può finire in mano a pirati di internet o polizie segrete di regimi dittatoriali (il pensiero corre veloce e doloroso all’Egitto in questi giorni).

Sentirete dire un seducente tranello, a volte ripetuto o invocato in buona fede: “ma in questo caso il potere sarà utilizzato per un fine giusto!” … no. Non è una clausola che ci preservi dai rischi di abuso del potere che vi ho detto.

Lo sapeva bene anche Tolkien: il potere dell’anello era così potente da poter essere portato solo da un essere semplice e umile… e anche in quel caso comunque il fine doveva essere distruggerlo perché un simile magnete avrebbe risucchiato ogni buona volontà… Chi conosce la storia si ricorderà bene che neanche il personaggio più buono e saggio della saga (Gandalf) osa prendere l’anello, capendo che un tale potere lo avrebbe cambiato.

L’FBI oggi chiede quella chiave con un intento giusto, che capisco meglio di molti altri perché il mio mestiere è anche quello di cercare le prove dei reati e vi garantisco che conosco la frustrazione di sapere dove sarebbe una prova decisiva ma di non poterla carpire per rispettare la legalità

La legalità è un limite? Certo. Ci lega le mani a volte… Ma è il baluardo contro gli abusi e ci ricorda che non esiste un fine che possa giustificare mezzi che contraddicono i diritti e le libertà.

La paura del terrorismo e di un mondo insicuro e irrazionale ci può spingere verso scelte illiberali per sentirci protetti, ma non esistono scorciatoie. 
Le scorciatoie portano alla tortura, agli abusi, allo stato di polizia.

Per fare un esempio questa volta storico: pensate a come le istanze di giustizia e libertà si siano depravate in Robespierre, che una volta ritrovatosi pieno di potere ne abusò.

La sicurezza è importante, ma una civiltà moderna e liberale deve trovare vie equilibrate e rispettose dei diritti per garantirla. E il primo modo per garantire la sicurezza è aumentare la giustizia. Allora aumenteranno anche le speranze di pace.