E' giusto e opportuno che un magistrato lo faccia ?
Non perde autorevolezza e terzietà ?
Provo a darvi la mia possibile (e sofferta) risposta...
Io credo che dalle competenze tecniche di un magistrato (e in generale di un giurista) derivino delle responsabilità aggiuntive legate alle vicende particolari dell'Italia.
Molti amici e i cittadini che incontro mi chiedono chiarimenti su intercettazioni, processo breve, concorso esterno, riforme della gustizia, separazione delle carriere, rito immediato... ecc... non si raccapezzano e , soprattutto, sono esposti alle mistificazioni e alla propaganda.
Qualcuno non avendo elementi per farsi un'idea autonoma finisce per non credere a nessuno... Qualcun altro si demoralizza e abbandona l'idea stessa di farsi un'opinione... altri vanno a simpatia : questo mi sembra onesto, gli credo... quest'altro non mi sembra onesto e non gli credo...
Noi siamo una categoria privilegiata in quanto abbiamo gli strumenti scientifici per decodificare tutto il marasma di dichiarazioni, cronache, denunce, illazioni, dibattiti e proposte di legge che riguardano ossessivamente il settore giustizia...
L'obiettivo non è quello di dire che cosa è giusto fare quando si parla di giustizia, ma solo di far capire di cosa si sta parlando... e poi eventualmente solo se quello che viene detto è rispettoso o meno della Costituzione.
Io sento una responsabilità di testimonianza verso i cittadini.
Ciò non mi deve consentire di violare i miei doveri deontologici... ma resta la percezione profonda di questa responsabilità storica della mia categoria verso il Paese.
Il disagio che provo a dovermi esporre è sempre minore di quello che proverei a non espormi...
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