Questa la sintesi del mio intervento al convegno che come ANM di Bologna organizzeremo oggi col patrocinio della Regione Emilia Romagna :
“I SOLDI DELLE MAFIE IN EMILIA ROMAGNA”
L’attacco ai patrimoni illeciti è la nuova frontiera del contrasto all’infiltrazione mafiosa: anche in una recente audizione presso il Parlamento Europeo il commissario addetto agli affari interni, Cecilia Malstrom, ha dichiarato che questo vuole essere l’anno del “GO AFTER THE MONEY” ovvero “INSEGUI il DENARO”.
Il contrasto patrimoniale è decisivo sotto due aspetti distinti e collegati :
1) per un verso ci consente di colpire le organizzazioni criminali in un punto per loro assai sensibile : l’associazione mafiosa sostituirà senza grossi problemi un membro arrestato, mentre sentirà con forza il contraccolpo della confisca di ingenti patrimoni ;
2) per altro verso ricostruendo la pista che il denaro compie a partire dal reato base fino all’immissione nel mercato legale, saremmo poi in grado di individuare ruoli e responsabilità dei vertici dell’organizzazione e in particolare di quei colletti bianchi che ne agevolano e favoriscono l’attività; quella c.d. “borghesia mafiosa” che potrebbe essere più efficacemente individuata e sanzionata tramite le misure di prevenzione e con la scoperta dei canali di riciclaggio.
L’aggressione al patrimonio illecito diventa così insieme uno strumento sanzionatorio e un mezzo di indagine, ma per essere tale ha bisogno del contributo di tutte le parti istituzionali e deve nascere sul territorio, con un lavoro nel quale diventa determinante anche la vigilanza e l’azione ordinaria delle Procure della Repubblica dei diversi Tribunali territoriali.
Un altro volto della criminalità organizzata da non trascurare, oltre a quello della contaminazione del sistema economico e politico, è quello dell’infiltrazione nella pubblica amministrazione : la lotta alla corruzione non può essere solo delegata alla fase di repressione penale, dovendo invece fondarsi anzitutto su trasparenza, prevenzione e collaborazione istituzionale.
In questa ottica è indispensabile conservare lo statuto di indipendenza dei pubblici ministeri e il potere di coordinamento delle indagini e di disposizione diretta delle forze di polizia giudiziaria, presidi essenziali oggi messi in discussione dalla proposta di riforma costituzionale avanzata dal Governo.
Marco Imperato
Membro della giunta distrettuale ANM
(magistrato distrettuale requirente presso Procura Generale Bologna)
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