domenica 5 giugno 2011

Politica e giustizia, dubbi post elettorali

1) De Magistris:

Credo che dobbiamo fargli tutti gli auguri, sperando che riesca a rinnovare e ripulire la gestione della cosa pubblica a Napoli. Il suo successo personale non si discute, ma questo non mi toglie il pensiero che rappresenti una anomalia. Anomalo non perché magistrato che fa politica (a me semmai non vanno quei magistrati che dopo aver fatto politica tornano a esercitare la giurisdizione), ma perchè magistrato che arriva alla politica sull’onda del clamore di alcune sue specifiche inchieste (nemmeno concluse). Io ero e resto tra quelli che credono che sia statoostacolato nelle sue indagini perché andava a scomodare poteri forti (e loschi) e che il Csmavrebbe dovuto distinguere tra chi ha condotto inchieste in buona fede commettendo (in ipotesi) errori tecnici, da chi invece emergeva compromesso con poteri locali e collusioni imbarazzanti. Ma resta anomalo e in parte mi preoccupa che la politica possa diventare (parafrasando Von Clausewitz) la continuazione delle indagini con altri mezzi. Forse è una stortura inevitabile e persino utile in un paese in cui la legalità non é scontata? Però mi lascia ugualmente qualche disagio e dovremmo tutti sperare di andare verso un futuro nel quale difendere la legalità sia presupposto di ogni parte politica: ciò sarà possibile forse solo quando avremo ridimensionato (se non sconfitto) corruzionecriminalità organizzata, poiché questi non sono solo fenomeni criminali, ma anche di potere(e diventa quindi difficile che inchieste giudiziarie non abbiano quanto meno una possibile valenza politica, pur non muovendosi con intenti politici).

2) Alfano:

Può un Ministro della Giustizia, con un settore al collasso come il nostro, fare anche ilcoordinatore unico nazionale di un grosso partito, come riferiscono i quotidiani? Sono funzioni compatibili per impegno e per caratterizzazione politica del ruolo? Io credo che il Guardasigilli dovrebbe essere uno dei ministri più “istituzionali” e meno “politici” (nel senso fazioso del termine) del governo. Il che aiuterebbe magari a discutere in maniera seria e serena di riforme. Va bene, lo so, questa è una domanda retorica e poi in Italia non sempre basta il ruolo istituzionale per indurre i protagonisti a comportamenti sobri e congrui, ma a me piace pensare a volte che potremmo diventare un paese normale, dove, ad esempio, il Ministro della Giustizia non incontra i difensori del premier in un processo in corso.

Che ci posso fare se sono un inguaribile e ingenuo idealista?

A certe cose non voglio abituarmi mai.

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