Intervista al termine della serata STOP MAFIA SPA , organizzata dal Movimento 5 Stelle a Bologna la sera del 16 dicembre 2011 e alla quale ho partecipato insieme a Christian Abbondanza, della Casa della Legalità Onlus
"Mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi ci governa" (Ennio Flaiano) // "La Costituzione: ciò che ci siamo dati nel momento in cui eravamo sobri, a valere per i momenti in cui siamo sbronzi." (G. Zagrebelsky)
venerdì 23 dicembre 2011
lunedì 19 dicembre 2011
Un magistrato su misura, di chi?
Il Presidente Napolitano si è
rivolto all’organo di auto-governo della magistratura (il Consiglio Superiore)
sottolineando tra l’altro l’importanza di trasmettere ”un valido codice
deontologico volto ad affermare il necessario rigore nel costume e nei
comportamenti del magistrato”. Premesso che un codice etico (non
siamo un ordine professionale, per ora) c’è ed è stato rinnovato proprio di
recente a seguito delle non isolate vicende di preoccupante e avvilente
connivenza di magistrati rispetto a più o meno illeciti comitati d’affari (http://www.associazionenazionalemagistrati.it/codice-deontologico.aspx);
inoltre esiste una vastissima giurisprudenza che negli anni ha sanzionato i
comportamenti di fatto deontologicamente scorretti (è un sistema disciplinare
con luci e molte ombre nonostante le molte condanne, ma questa è un altro
questione).
Sono
profondamente convinto che per selezionare (e poi formare) un buon magistrato sia necessario verificarne
molte qualità, poiché è senz’altro vero che essere un ottimo giurista è
condizione indispensabile ma non sufficiente. Un genio della matematica
potrebbe essere un pessimo insegnante se gli mancano doti di comunicazione ed
empatia coi ragazzi, mentre una grande penna, brillante e lucida, può diventare
un pessimo giornalista se non ha indipendenza e coraggio.
Io stesso
ho provato a segnalare questo tema all’interno dell’associazione magistrati ma
c’è molta chiusura per due ragioni fondamentali: una cattiva e una buona. La
cattiva ragione per evitare valutazioni anche di tipo extra-giuridico nella
nostra selezione/formazione è ovviamente quella corporativa, che si oppone ad
ogni controllo a prescindere, quella di chi non vuol vedere toccati i propri
spazi di movimento e teme giudizi negativi, sentendosi auto-referenzialmente al
di sopra di ogni giudizio. Questo è inaccettabile. Molti altri, e in parte mi
metto tra questi, temono che queste valutazioni possano non essere affidabili, soprattutto
se concepite da una classe dirigente politica complessivamente poco autorevole,
soprattutto sul piano della legalità (siamo pur sempre il paese con la più alta
infiltrazione mafiosa nei partiti e con il tasso di corruzione più elevato tra
i paesi OCSE).
Insomma,
ci sarebbe oggettivamente il rischio che poi ci si sceglie e si plasma solo il giudice e il pubblico ministero che ci piace,
burocrate, a propria somiglianza, potenzialmente cordiale e non fastidioso,
come certi che indagano dappertutto senza guardare in faccia a nessuno, tanto
per dire. A me piacerebbe che ci fosse un clima di maggiore apertura e
fiducia che consentisse di predisporre valutazioni credibili anche in tema di
organizzazione del lavoro, equilibrio, pensiero critico, capacità di gestire lo
stress e la pressione, tutte qualità che io ritengo fondamentali per fare bene
il nostro lavoro.
Speriamo
che il futuro ci porti un contesto istituzionale, politico e culturale nel
quale fare riforme non punitive e di retroguardia, ma coraggiose e di
modernizzazione. Allora sono convinto che gran parte della magistratura avrà
solo da guadagnarci e con essa il servizio giustizia e quindi i cittadini.
Perché la giustizia sia un valore e non un peso
Caro Ministro, credo che questa stagione politica
di transizione possa rappresentare una grande opportunità per affrontare
le tante questioni tecniche e concrete che ingolfano il motore della giustizia e la rendono lenta per i cittadini onesti e
utilmente lunga e inefficace per i furbi. Mettiamo da parte i vari
specchietti per le allodole (processo breve), le questioni ideologiche
(separazione carriere) e quelle legate solo a interessi di pochi (intercettazioni):
niente di tutto questo renderebbe la giustizia più efficace e meno costosa.
Lei è anche un avvocato e quindi
conosce benissimo le tante irrazionalità che dilatano inutilmente i tempi e
fanno lievitare i costi: eccessi di garantismo che alimentano la corsa alla
prescrizione, bizantinismi medioevali per le notifiche, una quantità di
processi e di ricorsi sino in Cassazione che non hanno eguali tra i paesi
occidentali e che ci rendono le pecore nere dell’Europa per i tempi della
giustizia, nonostante gli organismi europei dicano che i magistrati italiani
sono tra quelli più produttivi e più carichi di lavoro.
Torniamo allora a parlare di questioni concrete che
possano portare insieme un beneficio al cittadino che chiede giustizia ed
anche alle casse dello Stato:
- revisione della geografia giudiziaria,
con l’accorpamento dei tribunali minori;
- semplificazione delle notifiche e dei riti;
- reale informatizzazione (e non
quella solo fatta di slogan e che poi ci lascia sommersi di carte);
- studiare forme di depenalizzazione;
- filtrare e diminuire il contenzioso civile, valutando
la possibilità di saltare il grado di appello per i casi di modesta rilevanza
(dico questo perché per toccare il ricorso in Cassazione si dovrebbe modificare
la Costituzione e si tratta quindi di questione su cui ragionare, ma troppo
complessa forse per un governo di emergenza come il vostro);
- ripensare le sanzioni, andando verso forme
non carcerarie ma di assunzione della responsabilità e di risarcimento
effettivo del danno causato alla vittima e allo Stato…
…avrei poi un sogno nel cassetto,
anche se temo che parte della maggioranza che vi sostiene non lo gradirebbe
troppo.
Siete un Governo con una forte
sensibilità europea (come dovrebbero esserli tutti visto che abbiamo scritto e
firmato tutti i trattati): allora perché non ripristinare in maniera seria
e severa ilreato di falso in bilancio (come
Bruxelles ci chiede ma non ci può costringere a fare), così da restituire
credibilità anche all’intero sistema di imprese e finanziario italiano, troppo
spesso macchiato da vicende di corruzione e da truffe miliardarie?
Lo so, mi son fatto prendere la
mano. Ma sognare, almeno questo, non costa nulla.
Cordialmente