venerdì 6 marzo 2020

Soluzioni Condivise per uscire da Problemi Collettivi

La lezione di Bauman e di molti altri sociologi è che la soluzione a problemi globali deve essere globale.
Non usciremo da sfide collettive con soluzioni individuali o comunque divisive.
Nemmeno possiamo rispondere alla profonda crisi del ruolo delle istituzioni con risposte improvvisate ed estemporanee, ma solo elaborando e condividendo un percorso di ampio respiro.

Credo che questo principio di buon senso debba guidare anche la magistratura nel rispondere al disorientamento che la crisi epidemiologica sta diffondendo.
Mi sembra inevitabile che sia difficile avere una strategia immediata precisa:
a) Non c’è ancora una conoscenza diffusa e consolidata del problema dal punto di vista scientifico e medico
b) È una situazione totalmente nuova e in continua evoluzione

Dovendo evitare l’eccesso di panico (infondato e dannoso) ma anche superficiali sottovalutazioni (che potrebbero allontanare la soluzione e creare gravi disagi al sistema sanitario), è difficile trovare una linea mediana ragionevole e condivisa. Ognuno ha la sua soluzione, la sua idea, il suo punto di vista, la sua esperienza personale, la sua fonte privilegiata…
In questo senso non trovo irragionevole chiedere una temporanea sospensione delle attività non urgenti per limitare le occasioni di diffusione. D’altra parte capisco anche il senso delle istituzioni di chi dice che fino a che non c’è una scelta delle autorità preposte a livello nazionale bisogna presidiare i nostri uffici e garantire il nostro servizio pubblico essenziale.
Perché contrapporre queste due visioni?
Dividendoci, o polemizzando con gli avvocati  non credo che stiamo dando un contributo a cercare quella soluzione collettiva ad un problema che invece la impone.

Spero che tutti noi cercheremo nelle prossime ore\giorni\settimane di contribuire a un confronto nel quale cercare soluzioni condivise, punti di contatto e di equilibrio tra i diversi beni di rango costituzionale che sono in gioco nella gestione della vicenda.

Personalmente partirei da questi punti:
ü  Temporanea sospensione delle attività non urgenti (da definire in modo dettagliato e possibilmente previo confronto con gli avvocati, così da evitare su questo sterili polemiche che non aiuterebbero a difendere la credibilità del sistema giustizia agli occhi dei cittadini)
ü  Investimento ulteriore ed immediato (anche mediante attività di formazione) in tutte le attività e pratiche che possono essere condotte per via telematica (questa crisi potrebbe finalmente costringerci a entrare nel terzo millennio!)
ü  Prendere spunto da questa situazione per stabilire davvero in modo omogeneo e generalizzato dei protocolli di gestione dell’udienza che si sforzino di evitare al massimo assembramenti inutili, mediante regole precise circa le parti da chiamare, gli orari differenziati, il comportamento da tenere durante le attese e prassi virtuose per comunicare rinvii o impedimenti


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