"the problems we all live with" di norman rockwell

domenica 25 marzo 2018

Il Vero Scandalo e la Memoria Scomoda

Condivido (in ogni senso) il comunicato della giunta Anm Ligure dell'Anm ed esprimo anche la mia personale solidarietà a Enrico Zucca.

Il ricordare dei fatti acclarati in sentenze definitive non può mai essere uno scandalo.
Lo scandalo è semmai constatare che chi si è reso responsabile di gravi reati e di fatti definiti come tortura dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo non solo non venga rimosso dai propri incarichi, ma in diversi casi abbia ottenuto anzi promozioni...

La successiva considerazione fatta dal collega che questi fatti potrebbero indebolire la posizione del nostro Paese nei confronti dell'Egitto sulla questione Regeni mi pare molto più che ragionevole... 

L'ipocrisia non aiuta e tanto meno se si deve chiedere il rispetto dei diritti umani.

La Giunta distrettuale Ligure dell’ANM
Preso atto delle critiche e delle annunciate iniziative disciplinari o para-disciplinari nei confronti del collega Enrico Zucca in relazione ai contenuti di un suo intervento nel corso di un convegno organizzato dall’Ordine degli Avvocati, il cui audio-video può essere reperito sul web, dichiarazioni di cui i titoli di stampa e i lanci di agenzia hanno riprodotto solo parzialmente il senso e il contenuto;
osservato che quanto ricordato dal collega altro non è che quanto riportato in varie sentenze della CEDU ed in particolare nelle sentenze del 7 aprile 2015 (Cestaro c. Italia relativa all’irruzione presso la scuola Diaz) e del 26 ottobre 2017 (Azzolina e altri c.Italia relativa ai fatti avvenuti presso la Caserma di Bolzaneto), reperibili sul sito www.giustizia.it del Ministero della Giustizia;
ricordato che tali sentenze hanno acclarato in via definitiva che alcuni funzionari ai vertici della Polizia italiana hanno coperto persone che si sono rese responsabili di tortura e che espressamente la sentenza Cestaro ha sottolineato che in caso di condanna vanno rimossi gli imputati per reati che implicano dei maltrattamenti, circostanza su cui il governo stesso non ha fornito informazioni alla Cedu (cfr. sentenza Azzolina);
esprime solidarietà al collega Zucca cui si addebita, in realtà, di avere ricordato fatti e circostanze oggettive, che sono appurati in via definitiva dalla giurisdizione italiana e sono riportati in una sentenza della Cedu, fatti che hanno condotto alla condanna dell’Italia e che sono fonte di elevati risarcimenti a carico dell’erario per i danni subiti dalle vittime;
evidenzia che l’intervento è stato improntato a equilibrio, dignità e misura come prescritto dal codice etico dell’ANM: le valutazioni personali in ordine alla incidenza di tali fatti rispetto alle tragiche recenti vicende avvenute in Egitto, che senza dubbio non si riferiscono ai vertici della polizia in modo generalizzato, sono opinioni che possono non essere condivise nel merito, ma non possono essere definite oltraggiose quando espongono fatti storici appurati con sentenze della Repubblica Italiana.
La Giunta Distrettuale ritiene pertanto estremamente grave ciò che è realmente sotteso ad alcuni interventi censori, ossia che il solo citare una sentenza della Corte di Giustizia Europea, per di più in maniera corretta e misurata, possa essere ritenuto fonte di responsabilità disciplinare: se fosse stabilito tale principio qualunque magistrato italiano che cita una sentenza scomoda, addirittura in giudicato, sarebbe a rischio.
Le citate sentenze evocano vicende che ancora, a distanza di anni, costituiscono una ferita aperta nella coscienza nazionale, vicende che è legittimo voler affrontare e non rimuovere, applicando fino in fondo le leggi, senza che tale volontà possa essere contrastata con la censura di chi la esprime.
LA GIUNTA UNITARIA DISTRETTUALE
ANM - LIGURIA

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