domenica 20 maggio 2012

Bombe e Ulivi, da Brindisi a Milano

Ieri mattina ero a Milano per parlare agli studenti del mio ex-liceo di mafia e legalità a vent'anni dal 1992.

Mentre arrivavano le notizie da Brindisi l'ulivo in ricordo di tutte le vittime della mafia piantato davanti alla scuola, che avevo inaugurato io stesso da neo-magistrato nel 2002, è divenuto un simbolo orribilmente attuale e ancor piú carico di significati e suggestioni.

Le vittime sono ragazze e ragazzi come loro, l'immagine stessa dell'innocenza e della libertá che sta sbocciando, icone del fresco profumo di libertá che si contrappone al puzzo del compromesso di cui ci ammoniva Paolo Borsellino.

Aspettiamo di comprendere chi siano i responsabili, ma non si puó negare il significato intrinseco di tempi e luoghi scelti per questo orrore.
E' un pensiero insopportabile, come uomo, come padre, come cittadino e come magistrato.

Hanno varcato un'altra soglia (come ha detto qualcuno)... per quali motivi e con quali finalità ancora è difficile comprendere, ma sicuramente anche per spaventare il paese "e farci restare a casa quando viene la sera".

Penso e spero che i tanti ulivi e i tanti giovani che crescono liberi e in silenzio siano la vera risposta all'esplosione che ci vuole chiudere nella paura.

Tutta la solidarietá a quei ragazzi e ragazze, alle loro famiglie, alla città e alle istituzioni di Brindisi.

La lotta alla mafia,
il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata,
non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione,
ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà
che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità
(Paolo Borsellino)

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