mercoledì 25 febbraio 2015

DIRE LA COSA GIUSTA PER FARE QUELLA SBAGLIATA

Chi può mettere in discussione un principio così ovvio come quello per cui "chi sbaglia deve pagare"?!?
Davvero nessuno... se non chi sbaglia, verrebbe da dire!

Eppure, ancora una volta, dietro allo slogan facile, alla soluzione semplice, si nascondo questioni più complesse e rischi taciuti.

E' stata appena approvata dal Parlamento la nuova legge sulla responsabilità civile dei magistrati e purtroppo da domani si dibatterà (brevemente e tra pochi) del fatto che sia o meno punitiva dei magistrati.

Non cercherò di dimostrarvi questo per il semplice fatto che non mi illudo che di questi tempi siano in troppi ad essere preoccupati per le condizioni della magistratura.

Il punto non è se sia o meno una riforma contro di noi... ma se sia una riforma contro l'interesse dei cittadini.

Migliorare e ampliare i controlli sull'operato dei magistrati era ed è possibile e opportuno, ma aver tolto ogni filtro e lasciato anche formule del tutto vaghe ("travisamento dei fatti") rischia di indebolire e intimidire il magistrato.
La legalità e il sistema processuale più in generale dovrebbero essere il potere dei senza potere, lo strumento per la vittime delle prepotenze per vedere applicata la legge e affermata in concreto l'uguaglianza dei cittadini.

La costante possibilità di essere accusati potrebbe perciò burocratizzare la magistratura, che così proseguirà la sua mutazione genetica verso un modello sempre più burocratico, sempre più mero esecutore del volere del potere e non sottomesso alla legge per la difesa della Costituzione.

Una responsabilità civile così fatta non ce la chiedeva nessuno, nemmeno l'Europa, come qualcuno ha voluto far credere, e credo sia solo una buona notizia per i forti ed i furbi.
Una riforma non contro i magistrati ma contro la difesa dei diritti delle parti più deboli.

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