mercoledì 27 aprile 2011

Non lo stesso campo da gioco...

In Svezia hanno quattro pubblici ministeri che si occupano di corruzione.
No, dico.... 
Q U A T T R O in tutto il paese...


Quando ho smesso di ridere (amaramente) sono riuscito a spiegare al collega svedese che in Italia abbiamo da sempre e quotidianamente moltissime indagini che riguardano ogni livello di corruzione del potere: tangenti, concussioni, abusi di ufficio, collusioni col crimine organizzato acclarate da sentenze definitive... non a casa siamo il primo paese del c.d. "Occidente" per corruzione (oltre a essere la patria di alcune delle più antiche e potenti e note organizzazioni mafiose....). 
Peraltro proprio il fatto che resti questa propensione diffusa e trasversale alla corruzione dimostra che il controllo di legalità è importante ma non è ancora stato sufficiente a una rivoluzione culturale per risolvere questo male alla radice (un male che ci costa ogni anno miliardi di euro , come spiega la corte dei conti)


Quando molti politici parlano di separazione delle carriere e di diminuire gli strumenti di indagine nel nostro paese o di togliere ai pm il controllo della polizia giudiziaria, magari portando ad esempio altri paesi europei come la Svezia... dovrebbero ricordarsi che il nostro è un altro campo da gioco.


Ma lo sanno benissimo... perchè ci giocano più e meglio di noi. 
E infatti non vogliono arbitri a dire loro cosa si possa fare o non fare.


ADJO

venerdì 22 aprile 2011

La leggenda metropolitana

La leggenda metropolitana dello SCONTRO tra MAGISTRATURA e POLITICA....


Da anni circola questa leggenda : è in corso uno scontro tra magistratura politica. Anzi, di solito il tono è di questo tipo : è evidente... è sotto gli occhi di tutti... è OGGETTIVO !


Ora, io forse non sarò oggettivo perché secondo questa leggenda sarei parte di questo scontro (addirittura qualcuno mi ha già indicato come uno dei promotori dell'associazione golpista...vedi Sallusti), però non accetto questa ricostruzione.


Lo scontro consisterebbe in questo : Silvio Berlusconi è attaccato e perseguitato dai magistrati per ragioni politiche e solo per questa ragione (e quindi per legittima difesa) poi si vede costretto ad alzare i toni e ad apostrofarli con una certa durezza. Prova ne sarebbe il fatto che nonostante i molti processi è stato sempre assolto.


Mi limito ad evidenziare le circostanze più illogiche di tale ricostruzione  :

  • il fatto che non sia mai stato condannato dimostrerebbe proprio che non c'è nessuna persecuzione, visto che al momento giudici e pm sono parte dello stesso cancro, ehm, volevo dire ordine... salvo precisare che diversi processi sono finiti con la prescrizione del reato e altri con la formula "il fatto non costituisce PIU' reato" perchè la maggioranza di centro-destra aveva cambiato la legge... e altri non arrivano in fondo perchè vengono fatte nuove norme che allungano i tempi o bloccano il processo (anche incostituzionalmente a sentire quelle toghe rosse della Corte Costituzionale... vedi lodo Alfano, legittimo impedimento, ecc...)
  • la magistratura apre delle inchieste e chiede di accertare dei fatti nel processo: questo non è un metodo di attacco ma il lavoro dei magistrati, la loro funzione...ovvero la giurisdizione ; il fatto che un singolo processo possa essere mosso da intenti persecutori andrebbe dimostrato volta per volta evidenziando la mancanza di prove. Io non so se il presidente del consiglio sia colpevole dei fatti per cui vi è processo a Milano, per esempio, ma dire che non vi siano elementi sufficienti da meritare l'approfondimento del processo in casi come Mills e la vicenda Ruby mi pare intellettualmente disonesto (nel primo caso abbiamo il coimputato condannato che aveva confessato - salvo poi ritrattare - e che in un documento ringraziava un certo "signor B." per i soldi ricevuti ...nel secondo caso un'enorme mole di testimonianze, tabulati telefonici, documenti, accertamenti bancari...)
  • i magistrati non hanno mai insultato o delegittimato ; la dialettica ha sempre e solo avuto oggetto il merito di provvedimenti legislativi che a parere della grandissima parte di noi (e di molti giuristi e accademici e anche avvocati) non sono utili al funzionamento della giustizia ed anzi indeboliscono il controllo di legalità (depenalizzazione del falso bilancio, prescrizione breve approvata nel 2006...e da ultimo le proposte di legge su processo breve, processo lungo e intercettazioni) ; le nostre critiche sono sempre tecnicamente argomentate e mai rivolte alla persona (se qualcuno singolarmente si è spinto oltre ha sbagliato, ma l'ANM non lo ha mai fatto)
  • dall'altra parte non arrivano critiche e argomenti ma insulti e calunnie : antropologicamente diversi, metastasi, cancro, associazione a delinquere, brigatisti, persone che desiderano il male degli altri, persone che agiscono in mala fede per fini politici...si arriva a dire di avere la prova documentale che un indefinito gruppo di pm avrebbe firmato un accordo con Fini garantendogli di non infastidirlo con inchieste se lui avesse fatto saltare la riforma della giustizia...ma ovviamente tale prova non esiste e quindi non viene mostrata e nessuno chiede scusa o si corregge per una simile calunnia
Non è che a qualcuno viene il dubbio che il problema è che il presidente del consiglio tiene purtroppo dei comportamenti penalmente rilevanti e ai magistrati competenti tocca occuparsene (quella cosa chiamata obbligatorietà dell'azione penale che vogliono abolire).


Potrei andare avanti...ma vi ho annoiati abbastanza per oggi.


Scontro ?
Se un Suv investisse un pedone vi sognereste mai di dire che c'è stato uno scontro tra il pedone e il Suv ?

lunedì 18 aprile 2011

BRIGATE ROSSE E MAGISTRATURA A BOLOGNA

Ecco il documento predisposto dalla giunta distrettuale dell'ANM dell'Emilia Romagna, di cui sono membro

Soltanto pochi anni fa è stato celebrato a Bologna, con tutte le garanzie previste dalla legge, il processo per l’omicidio del prof. Marco Biagi.
Le indagini delle Procure della Repubblica di Bologna e Roma fornirono alle Corti di Assise che in primo e secondo grado hanno giudicato nel merito gli imputati le prove della partecipazione all’omicidio di alcune persone, anche con posizione di vertice nell’organizzazione.
Grazie al sequestro di computers e palmari sono state ottenute molte informazioni sui progetti dell’organizzazione, sul suo modo di operare, sulle modalità con le quali fu preparato l’omicidio.
Non tutti gli appartenenti all’organizzazione risultano arrestati nella circostanza.
Purtroppo i brigatisti fecero in tempo a spostare le armi dai luoghi dove le detenevano.
Esistono ancora le Brigate Rosse e la loro armeria, pur essendo la loro potenza militare e il loro bacino di consenso molto ridotti rispetto agli anni del sequestro dell’On. Aldo Moro.
Le Brigate Rosse esistono ancora.
La Mafia esiste.
E servono Pubblici Ministeri indipendenti che continuino a mettere in pericolo la propria vita per compiere il loro essenziale lavoro (scoprire i responsabili) al servizio dei cittadini di questo Stato e Giudici che ne valutino la bontà, nel contradditorio delle parti, secondo la legge e in nome del popolo italiano.
Sentire oggi parlare ad opera del Capo del Governo di “brigatismo giudiziario” e di Pubblici Ministeri eversori non è un buon modo per ricordare che siamo nell’anno dell’Unità d’Italia e per continuare ad isolare i veri nemici di tutte le Istituzioni.

Bologna, 17 aprile 2011
Per la Giunta distrettuale Anm - Emilia Romagna
Il Presidente - Pier Luigi di Bari



venerdì 15 aprile 2011

RESTIAMO UMANI


"Non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere.
Credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini e longitudini, alla stessa famiglia.. che è la famiglia umana."
Vittorio Arrigoni

LE BR IN PROCURA A MILANO

tutta la mia solidarietà ai colleghi milanesi (per quel che vale...)


Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano
COMUNICATO STAMPA
Nei giorni scorsi nella città di Milano sono atti affissi, negli spazi riservati alla propaganda elettorale, vistosi manifesti su fondo rosso a firma “Associazione dalla parte della democrazia” con espressioni critiche nei confronti della magistratura.
Oggi, sempre negli spazi riservati alla propaganda elettorale, è stato affisso, ancora a firma “Associazione dalla parte della democrazia”, questo manifesto “ VIA LE BR DALLE PROCURE”.
Rammento che a Milano le BR in procura ci sono state davvero: per assassinare magistrati.
Milano, 15 aprile 2011
IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA
Edmondo Bruti Liberati

giovedì 14 aprile 2011

1900 CORROTTI


da Il Giornale :
Prima di buttarsi nel menù tricolore (dall’antipasto al dolce, tutti piatti bianco-rosso-verde in onore del 150 anni dell’unità d’Italia) c’è tempo per il consueto affondo sulla giustizia e sui «31 processi tutti mediatici che sono ancora oggi costretto a subire». Ecco perché, aggiunge Berlusconi, «nei prossimi due anni andremo avanti sia con la riforma della giustizia che con il ddl sulle intercettazioni». Cose su cui «siamo stati bloccati da Gianfranco Fini». Ed è su questo punto che il Cavaliere va giù piuttosto duro, raccontando pubblicamente quello che fino a ieri era filtrato nei retroscena dei giornali e comunque mai in modo tanto dettagliato. «Ho la copia - affonda il premier - di un accordo sottoscritto a inizio legislatura tra la magistratura e il presidente della Camera. Un patto scritto in cui i pm si impegnavano a non toccare Fini se lui in cambio avesse bloccato la riforma della giustizia. Così è stato».
Facciamo così, se fosse vero tutti i pm firmatari vanno espulsi dalla magistratura e mandati a giudizio per corruzione (oltre che per stupidità). Inoltre chiederei come mai si tengono questa copia di un documento che proverebbe un colossale accordo illecito tra 1900 pubblici ministeri e il Presidente della Camera… Con tutte le accuse e gli argomenti falsi spesi sinora, come mai non calare l'asso ?

Se non fosse vero, invece ? che facciamo ? 

Il limite dell'indecenza si espande più velocemente dell'Universo.
Comincio a essere stanco.

lunedì 11 aprile 2011

FINALE ALTERNATIVO ?

difficile commentare le immagini che provengono oggi da Milano

per me oggi l'unico modo per sublimare il disagio profondo che provo è guardare il finale del caimano :
 
 
esiste un finale alternativo ?
abbiamo la speranza di vederlo ?


sabato 9 aprile 2011

TENTATO OMICIDIO... DEL PROCESSO

Dopo aver tentato di farci credere che volevano il processo breve perché sinceramente preoccupati di avere una giustizia veloce (salvo non dire che senza alcuna riforma o investimento così si sarebbero solo portati a morire moltissimi processi dando un altro colpo alla legalità di questa povera patria...), ora viene gettata la maschera.


Nella Commissione (In)Giustizia al Senato hanno approvato un emendamento di cui avrete sentito parlare come c.d. "processo lungo". 
Mi soffermo su due norme... non mi interessa se possano essere ad personam; il problema è che sono a svantaggio della giustizia e dei cittadini onesti. Punto.


1) Oggi quando PM e difesa chiedono di sentire dei testimoni, il Giudice può escludere con ordinanza motivata quelli che (sin da subito o anche in seguito al prosieguo dell'istruttoria) risultassero SUPERFLUI o IRRILEVANTI. Questo evidentemente evita lungaggini inutili o tecniche ostruzionistiche che paralizzerebbero il processo... ECCO! L'idea è proprio quella di PARALIZZARLO : la nuova norma stabilisce che possono essere  esclusi e non sentiti solo i testimoni NON PERTINENTI. Quindi se il teste è pertinente ma superfluo o irrilevante perché deve riferire fatti già acclarati... lo dobbiamo citare e sentire lo stesso.
Faccio un esempio : se nella tesi difensiva è utile dimostrare che Tizio avesse partecipato a una festa in discoteca, potrà citare tutti i 50/100/200 partecipanti... Oggi ovviamente il Giudice avrebbe chiesto di sceglierne 3-4 o poco più e avrebbe escluso gli altri come superflui. Domani sarà costretto a sentirseli tutti e 50/100/200
L'idea è totalmente irragionevole e ovviamente senza paragoni al mondo, ma la commissione del Senato l'ha appena approvata.


2) Accade spesso che vicende complesse e collegate tra di loro vengano decise da diverse sentenze perché riferite a diversi imputati o anche perché questi hanno deciso di fare il processo con rito diverso. Oggi però quando una sentenza è diventata definitiva si può sempre produrre come documento al dibattimento di un altro processo poiché fa stato per i temi su cui ha deciso; naturalmente resta impregiudicata la possibilità per l'imputato difendersi sugli aspetti che lo riguardano direttamente. 
Secondo quest'altra norma sempre approvata in commissione al Senato, l'imputato potrà chiedere di risentire tutti i testi assunti nel processo già definito con sentenza passata in giudicato.


Una giustizia già ridicolmente inefficiente e fatta di una procedura già oggi eccessivamente cavillosa e con garanzie barocche e ridondanti sarebbe definitivamente AFFOSSATA da queste due previsioni (un esperto avvocato mi confidava in udienza che aveva studiato sognando di fare il processo...e ora invece ormai il suo lavoro era diventato evitare il processo, grazie a mille cavilli e formalità che gli consentivano questo) 


Altro che diritto della difesa o parità tra PM e avvocato.
Qui si tratta solo di impunità e di sfuggire al processo e alla sentenza.


Fuori c'è una primavera bellissima.
Ma l'inverno della giustizia prosegue.



venerdì 8 aprile 2011

I SOLDI DELLE MAFIE IN EMILIA ROMAGNA

Questa la sintesi del mio intervento al convegno che come ANM di Bologna organizzeremo oggi col patrocinio della Regione Emilia Romagna :

“I SOLDI DELLE MAFIE IN EMILIA ROMAGNA”
L’attacco ai patrimoni illeciti è la nuova frontiera del contrasto all’infiltrazione mafiosa: anche in una recente audizione presso il Parlamento Europeo il commissario addetto agli affari interni, Cecilia Malstrom,  ha dichiarato che questo vuole essere l’anno del “GO AFTER THE MONEY” ovvero “INSEGUI il DENARO”.
Il contrasto patrimoniale è decisivo sotto due aspetti distinti e collegati :
1)   per un verso ci consente di colpire le organizzazioni criminali in un punto per loro assai sensibile : l’associazione mafiosa sostituirà senza grossi problemi un membro arrestato, mentre sentirà con forza il contraccolpo della confisca di ingenti patrimoni ;
2)   per altro verso ricostruendo la pista che il denaro compie a partire dal reato base fino all’immissione nel mercato legale, saremmo poi in grado di individuare ruoli e responsabilità dei vertici dell’organizzazione e in particolare di quei colletti bianchi che ne agevolano e favoriscono l’attività; quella c.d. “borghesia mafiosa” che potrebbe essere più efficacemente individuata e sanzionata tramite le misure di prevenzione e con la scoperta dei canali di riciclaggio.
L’aggressione al patrimonio illecito diventa così insieme uno strumento sanzionatorio e un mezzo di indagine, ma per essere tale ha bisogno del contributo di tutte le parti istituzionali e deve nascere sul territorio, con un lavoro nel quale diventa determinante anche la vigilanza e l’azione ordinaria delle Procure della Repubblica dei diversi Tribunali territoriali.
Un altro volto della criminalità organizzata da non trascurare, oltre a quello della contaminazione del sistema economico e politico, è quello dell’infiltrazione nella pubblica amministrazione : la lotta alla corruzione non può essere solo delegata alla fase di repressione penale, dovendo invece fondarsi anzitutto su trasparenza, prevenzione e collaborazione istituzionale.
In questa ottica è indispensabile conservare lo statuto di indipendenza dei pubblici ministeri e il potere di coordinamento delle indagini e di disposizione diretta delle forze di polizia giudiziaria, presidi essenziali oggi messi in discussione dalla proposta di riforma costituzionale avanzata dal Governo.

Marco Imperato
Membro della giunta distrettuale ANM
(magistrato distrettuale requirente presso Procura Generale Bologna)


martedì 5 aprile 2011

SE FOSSI STATO AVVOCATO DELL'ACCUSA...

Oggi rappresentavo l'accusa in un processo d'appello a carico di un rumeno accusato di sfruttamento della prostituzione. In primo grado era stato condannato ma la difesa aveva faticosamente raccolto elementi difensivi importanti che, insieme ad altri aspetti già emersi nel dibattimento del primo grado, potevano scagionare del tutto l'imputato, da quasi due anni in carcere.
Avrei potuto aggrapparmi a degli argomenti formali per provare ad ostacolare l'ingresso di queste fonti di prova, ma siccome sono un MAGISTRATO e non l'AVVOCATO dell'ACCUSA ho creduto che fosse importante acquisire questi elementi. I documenti sono stati acquisiti, io ho chiesto la l'assoluzione e la Corte ha accolto questa richiesta, disponendo la scarcerazione dell'imputato.


Due riflessioni:
1) l'assoluzione di una persona detenuta in misura cautelare è un fatto veramente rarissimo che non dovrebbe accadere praticamente mai, ma il sistema è fatto proprio per vagliare e approfondire l'accertamento dei fatti e soprattutto la valutazione della prova... è comunque inaccettabile che l'eccessivo carico della Corte - per appelli spesso pretestuosi che mirano solo alla prescrizione - comporti  una durata eccessiva del processo (quella persona poteva essere scarcerata prima) ; quando si decideranno a fare qualcosa per rendere il processo veramente efficace invece che fare proposte di legge insensate come il "processo breve" , che significherebbe solo la morte di moltissimi processi e un'impunità ancora più diffusa ?!
2) solo se il ruolo del pubblico ministero resta ancorato a quello del giudice i cittadini possono avere la speranza e la garanzia di vedere anche l'accusa svolgere un ruolo equilibrato, indirizzato anzitutto all'accertamento della verità e non alla condanna di qualcuno a tutti i costi (come vorrebbe spesso l'umore di tanta opinione pubblica o di certi politici populisti) ; un pm svincolato dal giudice sarà sempre di più un super-poliziotto e sempre meno un garante della Costituzione e dei diritti ...non solo della persona offesa del reato ma anche dell'imputato

sabato 2 aprile 2011

SI PUO' RIFORMARE TUTTO ?

La politica può cambiare la Costituzione ?
Certamente sì: è la stessa Carta del '48 a spiegare nell'art. 138 quali procedure particolari devono essere rispettate al fine di garantire che le riforme costituzionali.

Articolo 138

Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione [cfr. art. 72 c.4].
Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare [cfr. art. 87 c.6] quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata [cfr. artt. 73 c.187 c.5 ], se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.
Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.

La nostra è infatti una Costituzione "rigida" perché non può essere cambiata da "semplici maggioranze" e perché è sovra-ordinata alle leggi ordinarie. E infatti se viene votata una norma non rispettosa dei principi costituzionali questa può essere cancellata o corretta dalla Corte Costituzionale (la Consulta, che ad esempio è intervenuta su Lodo Alfano e legittimo impedimento di recente).
Questa rigidità non è un residuo di un'impostazione antiquata, bensì l'espressione di un valore altissimo: la garanzia che il testo costituzionale continui a rappresentare valori condivisi da tutti (o quanto meno da una larga maggioranza che vada oltre i soli vincitori delle elezioni).
Solo se conserviamo un terreno comune di valori e di istituzioni restiamo un Paese solido, una vera società capace di progredire insieme... altrimenti finiremmo per dividerci su tutto e per deteriorare lo spazio della vita pubblica.
Per questo è grave anche solo esprimere insofferenza o delegittimare importantissimi organi costituzionali che non rispondo a logiche di democrazia diretta ma che ci consentono di mantenere saldi gli equilibri istituzionali, nell'interesse di tutti e non solo di chi vince le elezioni (penso alla Corte Costituzionali, al Presidente della Repubblica ...e anche alla magistratura).

Detto questo : con quelle particolari maggioranze richieste dall'art. 138 (due votazioni per ogni camera con almeno i due terzi ; se mancano i due terzi si può chiedere referendum popolare confermativo) si può cambiare teoricamente qualsiasi cosa ?
No.
Ci sono principi fondamentali e fondanti che nemmeno il 99% dei voti dovrebbero poter intaccare : il principio di uguaglianza dei cittadini, le libertà fondamentali, l'assetto democratico e repubblicano.

Ebbene, la riforma costituzionale proposta dal Governo intacca alcuni di questi pilastri :
- la mancanza di obbligatorietà dell'azione penale non garantisce più che tutti i cittadini siano eguali davanti alla legge --> gli ultimi e gli emarginati saranno perseguiti sicuramente ancor più di oggi, favorendo e chiudendo più di un occhio per i reati della borghesia mafiosa e dei colletti bianchi
- la limitazione dell'indipendenza dei Pubblici Ministeri intacca l'indipendenza dell'intera magistratura e quindi la separazione dei poteri : se non c'è autonomia nelle indagini non si riuscirà a effettuare un controllo effettivo di legalità e l'indipendenza del giudice resterà per molti aspetti un involucro vuoto

"Non riuscendo a rendere forte ciò che è giusto, finirono per rendere giusto ciò che era forte"
(Pascal)