La lezione
di Bauman e di molti altri sociologi è che la soluzione a problemi globali deve
essere globale.
Non
usciremo da sfide collettive con soluzioni individuali o comunque divisive.
Nemmeno possiamo
rispondere alla profonda crisi del ruolo delle istituzioni con risposte improvvisate ed estemporanee, ma solo elaborando e
condividendo un percorso di ampio respiro.
Credo che
questo principio di buon senso debba guidare anche la magistratura nel rispondere al
disorientamento che la crisi epidemiologica sta diffondendo.
Mi sembra
inevitabile che sia difficile avere una strategia immediata precisa:
a) Non c’è ancora una conoscenza
diffusa e consolidata del problema dal punto di vista scientifico e medico
b) È una situazione totalmente nuova e
in continua evoluzione
Dovendo
evitare l’eccesso di panico (infondato e dannoso) ma anche superficiali
sottovalutazioni (che potrebbero allontanare la soluzione e creare gravi disagi
al sistema sanitario), è difficile trovare una linea mediana ragionevole e
condivisa. Ognuno ha la sua soluzione, la sua idea, il suo punto di vista, la
sua esperienza personale, la sua fonte privilegiata…
In questo
senso non trovo irragionevole chiedere una temporanea sospensione delle
attività non urgenti per limitare le occasioni di diffusione. D’altra parte
capisco anche il senso delle istituzioni di chi dice che fino a che non c’è una
scelta delle autorità preposte a livello nazionale bisogna presidiare i nostri
uffici e garantire il nostro servizio pubblico essenziale.
Perché
contrapporre queste due visioni?
Dividendoci,
o polemizzando con gli avvocati non credo che stiamo dando un
contributo a cercare quella soluzione collettiva ad un problema che invece la
impone.
Spero che
tutti noi cercheremo nelle prossime ore\giorni\settimane di contribuire a
un confronto nel quale cercare soluzioni condivise, punti di contatto e di
equilibrio tra i diversi beni di rango costituzionale che sono in gioco nella
gestione della vicenda.
Personalmente
partirei da questi punti:
ü
Temporanea
sospensione delle attività non urgenti (da definire in modo dettagliato e
possibilmente previo confronto con gli avvocati, così da evitare su questo
sterili polemiche che non aiuterebbero a difendere la credibilità del sistema
giustizia agli occhi dei cittadini)
ü
Investimento
ulteriore ed immediato (anche mediante attività di formazione) in tutte le
attività e pratiche che possono essere condotte per via telematica (questa
crisi potrebbe finalmente costringerci a entrare nel terzo millennio!)
ü
Prendere
spunto da questa situazione per stabilire davvero in modo omogeneo e
generalizzato dei protocolli di gestione dell’udienza che si sforzino di
evitare al massimo assembramenti inutili, mediante regole precise circa le
parti da chiamare, gli orari differenziati, il comportamento da tenere durante
le attese e prassi virtuose per comunicare rinvii o impedimenti