Non ci si domanda perché ci sono certi comportamenti da parte di chi ha responsabilità pubbliche... ma il problema è ancora una volta soprattutto perché questi fattacci sono finiti sui giornali, a disturbare i nostri placidi sogni.
Di fronte all'ennesimo scandalo, l'unica levata di scudi è contro lo strumento che ha permesso ancora una volta di sollevare il velo su un sistema nel quale in sostanza il conflitto di interessi è il vero principio fondamentale e fondante.
Non entro nel merito della rilevanza penale: questo lo valuteranno i giudici competenti una volta dato anche spazio alle difese e vagliati nel contraddittorio tutti gli elementi: ma per ritenere il disvalore politico ed etico non si deve aspettare la Cassazione... non solo perché altrimenti tutto sarebbe sospeso per anni con estrema ipocrisia, ma soprattutto perché i cittadini hanno il diritto e l'obbligo di poter conoscere e valutare l'operato di chi ha responsabilità pubbliche : magistrati compresi, ovviamente !
Povero quel Paese che affida solo alla giustizia penale il giudizio sul comportamento etico dei suoi governanti...
Il fatto che adesso non si parli di modificare lo strumento di indagine non mi libera da tutte le preoccupazioni: la difesa del diritto di informare e di essere informati attiene al buon funzionamento di tutte le istituzioni democratiche perché se non c'è trasparenza non ci può essere una cittadinanza informata e consapevole e quindi capace di esprimere la sua volontà in maniera piena e indipendente e non solo abbeverandosi a un po' di propaganda.
La soluzione per evitare un abuso nelle pubblicazioni c'è ed è molto semplice : divieto assoluto di pubblicare intercettazioni fino a quando accusa e difesa non avranno selezionato quelle che ritengono rilevanti davanti al giudice per le indagini preliminari; dopo questo filtro, distruzione di quelle irrilevanti e autorizzazione a pubblicare solo le restanti. E' un punto di equilibrio chiaro che tutela le indagini, le persone coinvolte ma che non hanno commesso fatti rilevanti e i cittadini che vogliono conoscere i comportamenti illeciti di chi li governa e amministra a qualsiasi titolo la cosa pubblica.
Ogni ulteriore laccio all'informazione (anche sotto il profilo soltanto della procrastinazione delle pubblicazioni possibili) mi sembrerebbe immotivato, pericoloso e utile soltanto a chi teme che la gente sappia troppo... quelli che considerano il popolo un "minorenne" a cui non mostrare le brutte cose che si devono fare quando si gestisce il potere (ricordare il monologo di Andreotti ne "Il Divo" ?).
Troviamo allora una soluzione equilibrata sulle pubblicazioni, così potremo finalmente tornare a guardare la luna e non il dito!
Perché, tanto per fare un esempio a caso, non diamo attuazione alla Convenzione di Strasburgo del 1999 (firmata subito e mai ratificata) che ci imporrebbe di punire anche in Italia il c.d. "traffico di influenze" ?!? Questo aiuterebbe l'autorità giudiziaria a perseguire questi comportamenti scorretti e lesivi degli interessi pubblici e di quella meritocrazia di cui poi tutti si riempono la bocca in campagna elettorale...
A volte certi esami medici sono dolorosi e invasivi, ma se ci aiutano a scoprire e curare brutte malattie diventano necessari : è curioso che nella metafora italiana spesso il cancro sia la magistratura e non chi piega il bene pubblico ai propri interessi.
"Mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi ci governa" (Ennio Flaiano) // "La Costituzione: ciò che ci siamo dati nel momento in cui eravamo sobri, a valere per i momenti in cui siamo sbronzi." (G. Zagrebelsky)
venerdì 22 luglio 2011
Legalità e Giustizia Efficiente per Risparmiare
Abbiamo necessità di risparmiare sui conti pubblici ? Tagliare solo i servizi, come si è fatto spesso sinora, impoverisce il Paese e non produce benefici durevoli, bensì disservizi dannosi per tutta l'economia.
La giustizia (e parlo in particolare di quella penale) è uno dei pochi settori della pubblica amministrazione che potrebbe funzionare meglio pesando di meno sui conti pubblici.
Fatta esclusione per alcune questioni che necessitano inevitabilmente di un iniziale investimento per portare poi benefici (penso all'assunzione di nuovo personale amministrativo, che si va assottigliando in maniera scriteriata da anni), sono molte le possibili riforme che darebbero ossigeno ai conti dello Stato in maniera strutturale :
- depenalizzare con saggezza ed eliminare il grado di appello per i reati meno gravi che non determinano detenzione (evitando così i relativi costi di processi inutili, milioni di copie, notifiche e lavoro inutile di magistrati, personale amministrativo e avvocati che magari stanno lavorando legittimamente a spese dello Stato)
- snellire il processo per i reati meno gravi, per i quali l'escussione dei testimoni dopo anni appare un appesantimento non necessario (che finisce con l'essere la rilettura delle dichiarazioni verbalizzate allora...) e dai costi spesso molto alti (notifiche e trasferimenti), considerato che il principio costituzionale del giusto processo e del contraddittorio potrebbe trovare diversa attuazione in base alla rilevanza dei fatti in questione e delle pene irrogabili (gli Stati Uniti utilizzano questo modello processuale ma non hanno l'obbligatorietà dell'azione penale e quindi fanno pochi processi nei quali investono molte risorse; noi ne abbiamo troppi e finiamo spesso per farli male o tardi)
- semplificare il sistema delle notifiche, utilizzando solo la posta elettronica per gli avvocati e le parti consenzienti (risparmio di carta, fax e recupero ad altre funzioni degli ufficiali giudiziari)
- rimodulare le pene, incentivando al massimo il risarcimento del danno (che potrebbe estinguere i fatti illeciti meno gravi) e il pagamento dei costi del procedimento (accade spesso di concedere la pena sospesa anche per reati come la bancarotta fraudolenta, laddove invece, piuttosto che una finta pena detentiva, sarebbe di maggiore utilità una pena effettiva non detentiva ma economica, anche sotto forma di lavori di pubblica utilità... peraltro con esiti probabilmente migliori anche in punto di rieducazione del condannato)
- ratificare la convenzione sulla corruzione del Consiglio d'Europa, così da migliorare il contrasto a un fenomeno che rappresenta la terza fonte di danno erariale nel nostro paese , con ricadute difficilmente quantificabili sulla società intera
- interrompere definitivamente la politica dei condoni e avviare un forte contrasto all'evasione fiscale anche rafforzando la normativa penale (falso in bilancio compreso) e dando le possibilità di confiscare i beni immobili e di lusso di cui non il contribuente non può giustificare il possesso (colpendo così anche i settori della borghesia mafiosa del nord che sfuggono alle misure di prevenzione classiche e alle indagini per riciclaggio)
- sospendere i processi contro gli irreperibili (proposta in effetti contenuta nella bozza della manovra economica)
- bloccare il decorso della prescrizione dopo la sentenza di primo grado così da evitare ricorsi meramente dilatori (che comunque pesano e costano alla giustizia) e facendo sì che il processo arrivi a decisioni effettive anche sul piano della sanzione economica e non si vedano terminare migliaia di procedimenti con un colpo di spugna
- incentivare l'utilizzo di tecnologia a basso costo e ormai estremamente diffusa (penso alle video-conferenze, oggi usate ancora troppo raramente) per evitare costose trasferte di detenuti e testimoni
Un sistema giustizia complessivamente più efficiente e forte nel contrasto all'illegalità si traduce in una grande ricchezza per tutti e anche in un motivo di credibilità all'estero.
L'ipotesi invece di premiare quei magistrati o quei tribunali che "producono di più" mi sembra invece una pericolosa scorciatoia :
- perchè il processo deve accertare la verità e non può essere solo una corsa al risultato, qualsiasi esso sia..la logica aziendalistica rischia di migliorare i numeri della giustizia, minandone però la credibilità
- perchè già oggi i magistrati italiani sono ai vertici europei per carico di lavoro e produttività, e semmai si pone un problema di salvaguardare la qualità del lavoro
L'efficenza degli uffici giudiziari è una questione reale e una sfida necessaria ma va affrontata promuovendo il merito e le capacità mamageriali nella scelta dei capi degli uffici e pretendendo la diffusione dei migliori standard organizzativi : noi magistrati dobbiamo liberarci dell'autoreferenzailità perchè la gestione del lavoro non attiene all'autonomia e all'indipendenza del magistrato, che si manifesta solo nelle sue scelte e decisioni.
p.s.
il fatto che in queste riflessioni si debbano spese ripetere alcune proposte ben note è la triste dimostrazione del fatto che il dibattito politico non si occupa dei veri problemi (o perlomeno non dei veri problemi della maggior parte dei cittadini...)
La giustizia (e parlo in particolare di quella penale) è uno dei pochi settori della pubblica amministrazione che potrebbe funzionare meglio pesando di meno sui conti pubblici.
Fatta esclusione per alcune questioni che necessitano inevitabilmente di un iniziale investimento per portare poi benefici (penso all'assunzione di nuovo personale amministrativo, che si va assottigliando in maniera scriteriata da anni), sono molte le possibili riforme che darebbero ossigeno ai conti dello Stato in maniera strutturale :
- depenalizzare con saggezza ed eliminare il grado di appello per i reati meno gravi che non determinano detenzione (evitando così i relativi costi di processi inutili, milioni di copie, notifiche e lavoro inutile di magistrati, personale amministrativo e avvocati che magari stanno lavorando legittimamente a spese dello Stato)
- snellire il processo per i reati meno gravi, per i quali l'escussione dei testimoni dopo anni appare un appesantimento non necessario (che finisce con l'essere la rilettura delle dichiarazioni verbalizzate allora...) e dai costi spesso molto alti (notifiche e trasferimenti), considerato che il principio costituzionale del giusto processo e del contraddittorio potrebbe trovare diversa attuazione in base alla rilevanza dei fatti in questione e delle pene irrogabili (gli Stati Uniti utilizzano questo modello processuale ma non hanno l'obbligatorietà dell'azione penale e quindi fanno pochi processi nei quali investono molte risorse; noi ne abbiamo troppi e finiamo spesso per farli male o tardi)
- semplificare il sistema delle notifiche, utilizzando solo la posta elettronica per gli avvocati e le parti consenzienti (risparmio di carta, fax e recupero ad altre funzioni degli ufficiali giudiziari)
- rimodulare le pene, incentivando al massimo il risarcimento del danno (che potrebbe estinguere i fatti illeciti meno gravi) e il pagamento dei costi del procedimento (accade spesso di concedere la pena sospesa anche per reati come la bancarotta fraudolenta, laddove invece, piuttosto che una finta pena detentiva, sarebbe di maggiore utilità una pena effettiva non detentiva ma economica, anche sotto forma di lavori di pubblica utilità... peraltro con esiti probabilmente migliori anche in punto di rieducazione del condannato)
- ratificare la convenzione sulla corruzione del Consiglio d'Europa, così da migliorare il contrasto a un fenomeno che rappresenta la terza fonte di danno erariale nel nostro paese , con ricadute difficilmente quantificabili sulla società intera
- interrompere definitivamente la politica dei condoni e avviare un forte contrasto all'evasione fiscale anche rafforzando la normativa penale (falso in bilancio compreso) e dando le possibilità di confiscare i beni immobili e di lusso di cui non il contribuente non può giustificare il possesso (colpendo così anche i settori della borghesia mafiosa del nord che sfuggono alle misure di prevenzione classiche e alle indagini per riciclaggio)
- sospendere i processi contro gli irreperibili (proposta in effetti contenuta nella bozza della manovra economica)
- bloccare il decorso della prescrizione dopo la sentenza di primo grado così da evitare ricorsi meramente dilatori (che comunque pesano e costano alla giustizia) e facendo sì che il processo arrivi a decisioni effettive anche sul piano della sanzione economica e non si vedano terminare migliaia di procedimenti con un colpo di spugna
- incentivare l'utilizzo di tecnologia a basso costo e ormai estremamente diffusa (penso alle video-conferenze, oggi usate ancora troppo raramente) per evitare costose trasferte di detenuti e testimoni
Un sistema giustizia complessivamente più efficiente e forte nel contrasto all'illegalità si traduce in una grande ricchezza per tutti e anche in un motivo di credibilità all'estero.
L'ipotesi invece di premiare quei magistrati o quei tribunali che "producono di più" mi sembra invece una pericolosa scorciatoia :
- perchè il processo deve accertare la verità e non può essere solo una corsa al risultato, qualsiasi esso sia..la logica aziendalistica rischia di migliorare i numeri della giustizia, minandone però la credibilità
- perchè già oggi i magistrati italiani sono ai vertici europei per carico di lavoro e produttività, e semmai si pone un problema di salvaguardare la qualità del lavoro
L'efficenza degli uffici giudiziari è una questione reale e una sfida necessaria ma va affrontata promuovendo il merito e le capacità mamageriali nella scelta dei capi degli uffici e pretendendo la diffusione dei migliori standard organizzativi : noi magistrati dobbiamo liberarci dell'autoreferenzailità perchè la gestione del lavoro non attiene all'autonomia e all'indipendenza del magistrato, che si manifesta solo nelle sue scelte e decisioni.
p.s.
il fatto che in queste riflessioni si debbano spese ripetere alcune proposte ben note è la triste dimostrazione del fatto che il dibattito politico non si occupa dei veri problemi (o perlomeno non dei veri problemi della maggior parte dei cittadini...)
il pericolo della legalità
Nel paese del diritto e del rovescio (Longanesi), in cui i ladri si vantano e gli innocenti tremano (De Gregori), si arriva infine al paradosso per cui l'applicazione della legge possa diventare un pericolo : "Se passasse l'arresto sarebbe precedente gravissimo" , afferma il presidente del consiglio.
Nessun approfondimento sui gravi fatti che fanno da sfondo alla vicenda, nessuna riflessione sui reati contestati (eppure questa maggioranza sembrava sensibile al segreto istruttorio...) , nessun vero dibattito se si tratti di un'indagine basata sui fatti (come tutto fa sembrare...) o di una persecuzione : solo slogan , solo l'ennesima prova di forza della politica per evitare che la magistratura possa fare il suo dovere, ovvero applicare la legge in maniera eguale per tutti.
Il ministro della giustizia in ogni occasione rassicura che nessuno vuole diminuire l'indipendenza delle procure, però nei fatti è evidente che si vuole una magistratura docile col potere : leoni sotto al trono, diceva Bentham (e ripeteva Violante nel suo libro "magistrati", strizzando l'occhiolino a un accordo bipartisan che mettesse una briglia ai pubblici ministeri)... quindi chi sta sul trono non deve essere disturbato!
Peccato che nella nostra Costituzione sul trono non ci stia nessuno, nemmeno se votato dal 99% degli italiani...
L'autorizzazione a procedere all'arresto disposto dall'autorità giudiziaria dovrebbe potersi negare solo se emerge dagli atti un intento persecutorio, lo stesso che ha invocato l'ex magistrato Alfonso Papa davanti alla Giunta parlamentare dicendo che si tratterebbe di una vendetta dei suoi ex-colleghi napoletani.
La difesa non è rivendicare la propria innocenza e contestare il merito delle indagini, ma accusare l'accusatore e fare le vittime: è uno schema frequente nel nostro paese... (vi viene in mente qualcun altro ?). Ma non nuovo : in Italia il filtro del parlamento è stato usato quasi sempre usato come un ombrello di impunità per la casta e non come un prudente controllo a qualche possibile esondazione della magistratura (per questo sono improponibili i paragoni con altri paesi, dove di solito il politico colpito da uno scandalo si dimette a prescindere).
Credo che però ormai la gente si sia stancata di questo abuso delle prerogative parlamentari e perciò diventa ogni volta più difficile e imbarazzante votare per la casta. I malumori e l'astensione della lega sono un segnale chiaro: non se ne fa una questione morale, ma non si vuole compromettere il feeling con gli elettori per seguire ancora una volta Berlusconi nella sua crociata contro la magistratura, metastasi del paese.
Ha ragione il premier : sarebbe un precedente pericoloso perché la garanzia di solidarietà e di impunità per chi promette fedeltà al sistema di potere è uno dei fattori più importanti per tenere assieme questa (e ogni) maggioranza.
Una legge elettorale anti-democratica e incostituzionale ha prodotto un meccanismo nel quale chi vuole essere eletto non deve più preoccuparsi del consenso e del giudizio popolare, ma solo del gradimento da parte di chi dovrà compilare le liste elettorali e naturalmente vorrà garantire un posto in parlamento solo a chi si è dimostrato affidabile o, meglio ancora, ricattabile...e chi è più ricattabile di chi ha bisogno di essere salvato perchè ha qualche scheletro nell'armadio ?
Lo scontro non è tra politica e giustizia ma tra il principio di obbligatorietà dell'azione penale e difesa dell'impunità per i politici.
Il voto segreto in Parlamento ci dirà se siamo di fronte a un pericoloso precedente di legalità rispettata... o se la casta è ancora unita e aggrappata al suo Titanic.
Nessun approfondimento sui gravi fatti che fanno da sfondo alla vicenda, nessuna riflessione sui reati contestati (eppure questa maggioranza sembrava sensibile al segreto istruttorio...) , nessun vero dibattito se si tratti di un'indagine basata sui fatti (come tutto fa sembrare...) o di una persecuzione : solo slogan , solo l'ennesima prova di forza della politica per evitare che la magistratura possa fare il suo dovere, ovvero applicare la legge in maniera eguale per tutti.
Il ministro della giustizia in ogni occasione rassicura che nessuno vuole diminuire l'indipendenza delle procure, però nei fatti è evidente che si vuole una magistratura docile col potere : leoni sotto al trono, diceva Bentham (e ripeteva Violante nel suo libro "magistrati", strizzando l'occhiolino a un accordo bipartisan che mettesse una briglia ai pubblici ministeri)... quindi chi sta sul trono non deve essere disturbato!
Peccato che nella nostra Costituzione sul trono non ci stia nessuno, nemmeno se votato dal 99% degli italiani...
L'autorizzazione a procedere all'arresto disposto dall'autorità giudiziaria dovrebbe potersi negare solo se emerge dagli atti un intento persecutorio, lo stesso che ha invocato l'ex magistrato Alfonso Papa davanti alla Giunta parlamentare dicendo che si tratterebbe di una vendetta dei suoi ex-colleghi napoletani.
La difesa non è rivendicare la propria innocenza e contestare il merito delle indagini, ma accusare l'accusatore e fare le vittime: è uno schema frequente nel nostro paese... (vi viene in mente qualcun altro ?). Ma non nuovo : in Italia il filtro del parlamento è stato usato quasi sempre usato come un ombrello di impunità per la casta e non come un prudente controllo a qualche possibile esondazione della magistratura (per questo sono improponibili i paragoni con altri paesi, dove di solito il politico colpito da uno scandalo si dimette a prescindere).
Credo che però ormai la gente si sia stancata di questo abuso delle prerogative parlamentari e perciò diventa ogni volta più difficile e imbarazzante votare per la casta. I malumori e l'astensione della lega sono un segnale chiaro: non se ne fa una questione morale, ma non si vuole compromettere il feeling con gli elettori per seguire ancora una volta Berlusconi nella sua crociata contro la magistratura, metastasi del paese.
Ha ragione il premier : sarebbe un precedente pericoloso perché la garanzia di solidarietà e di impunità per chi promette fedeltà al sistema di potere è uno dei fattori più importanti per tenere assieme questa (e ogni) maggioranza.
Una legge elettorale anti-democratica e incostituzionale ha prodotto un meccanismo nel quale chi vuole essere eletto non deve più preoccuparsi del consenso e del giudizio popolare, ma solo del gradimento da parte di chi dovrà compilare le liste elettorali e naturalmente vorrà garantire un posto in parlamento solo a chi si è dimostrato affidabile o, meglio ancora, ricattabile...e chi è più ricattabile di chi ha bisogno di essere salvato perchè ha qualche scheletro nell'armadio ?
Lo scontro non è tra politica e giustizia ma tra il principio di obbligatorietà dell'azione penale e difesa dell'impunità per i politici.
Il voto segreto in Parlamento ci dirà se siamo di fronte a un pericoloso precedente di legalità rispettata... o se la casta è ancora unita e aggrappata al suo Titanic.
INTERCETTAZIONI "ANTROPOLOGICAMENTE" DIVERSE
"Si parla giustamente su tutti i giornali italiani dello scandalo Murdoch in Inghilterra sulle intercettazioni abusive. Non si parla invece dello scandalo italiano delle intercettazioni a cui e' stato fatto oggetto il presidente del Consiglio. Come minimo i due scandali sono omologhi, nella realtà quello italiano sopravanza di gran lunga quello inglese visto che nel nostro caso non è implicato un editore privato ma settori della magistratura".
Così , testualmente, l'ex tessera n. 2232 della P2 , capogruppo alla Camera e per qualche giorno candidato al ministero della giustizia... per il quale , quindi, intercettazioni disposte dalla magistratura in base alla legge per raccogliere prove di reati ed intercettazioni disposte da privati in maniera illecita per fare gossip e danneggiare vip e nemici vari sono OMOLOGHE (...come MINIMO, precisa con il solito senso della misura e dell'equilibrio Cicchitto, lasciando intendere che è più grave l'orribile caso italiano rispetto allo scandalo mondiale).
Nella vicenda Ruby non importa che siano contestati reati gravissimi come lo sfruttamento di prostituzione minorile ; non importa che le intercettazioni siano disposte su richiesta motivata del pubblico ministero a un giudice per le indagini preliminari, che le ha concesso verificando caso per caso che fossero necessarie per l'accertamento dei fatti illeciti.
Nulla di tutto questo è rilevante, l'unica cosa che importa è che qualcuno ascoltava qualcun altro di potente per controllarlo ...e questo non è bello ! Specie se il potente è colui che ci garantisce il mandato parlamentare.
Spioni criminali del gossip e autorità giudiziaria inquirente diventano la stessa cosa in questa logica delirante dove conta solo riuscire a gettare fango e delegittimare, con buona pace del senso dello Stato (e cos'è?!) e delle istituzioni (ma va là!).
Posso anche accettare e ascoltare critiche infondate nel merito, argomenti di chi sostiene che la Procura di Milano ha violato la legge e si è accanita contro il presidente del Consiglio (sulle pesanti accuse ai pm milanesi ho scritto a suo tempo un articolo per provare a fare chiarezza : http://nonsologiustizia.blogspot.com/2011/02/i-pm-di-milano-avrebbero-commesso.html) ...ma arrivare a paragonare l'attività investigativa di contrasto al crimine con il crimine stesso è TROPPO persino per le nostre povere orecchie di cittadini italiani abituati a sentire tutto.
No, non mi stupisco che la verità sia ribaltata, mistificata, strumentalizzata, ridicolizzata
... ma non smetto di indignarmi.
Così , testualmente, l'ex tessera n. 2232 della P2 , capogruppo alla Camera e per qualche giorno candidato al ministero della giustizia... per il quale , quindi, intercettazioni disposte dalla magistratura in base alla legge per raccogliere prove di reati ed intercettazioni disposte da privati in maniera illecita per fare gossip e danneggiare vip e nemici vari sono OMOLOGHE (...come MINIMO, precisa con il solito senso della misura e dell'equilibrio Cicchitto, lasciando intendere che è più grave l'orribile caso italiano rispetto allo scandalo mondiale).
Nella vicenda Ruby non importa che siano contestati reati gravissimi come lo sfruttamento di prostituzione minorile ; non importa che le intercettazioni siano disposte su richiesta motivata del pubblico ministero a un giudice per le indagini preliminari, che le ha concesso verificando caso per caso che fossero necessarie per l'accertamento dei fatti illeciti.
Nulla di tutto questo è rilevante, l'unica cosa che importa è che qualcuno ascoltava qualcun altro di potente per controllarlo ...e questo non è bello ! Specie se il potente è colui che ci garantisce il mandato parlamentare.
Spioni criminali del gossip e autorità giudiziaria inquirente diventano la stessa cosa in questa logica delirante dove conta solo riuscire a gettare fango e delegittimare, con buona pace del senso dello Stato (e cos'è?!) e delle istituzioni (ma va là!).
Posso anche accettare e ascoltare critiche infondate nel merito, argomenti di chi sostiene che la Procura di Milano ha violato la legge e si è accanita contro il presidente del Consiglio (sulle pesanti accuse ai pm milanesi ho scritto a suo tempo un articolo per provare a fare chiarezza : http://nonsologiustizia.blogspot.com/2011/02/i-pm-di-milano-avrebbero-commesso.html) ...ma arrivare a paragonare l'attività investigativa di contrasto al crimine con il crimine stesso è TROPPO persino per le nostre povere orecchie di cittadini italiani abituati a sentire tutto.
No, non mi stupisco che la verità sia ribaltata, mistificata, strumentalizzata, ridicolizzata
... ma non smetto di indignarmi.
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