"the problems we all live with" di norman rockwell

lunedì 11 gennaio 2016

CLANDESTINITA': il DIRITTO PENALE NON E' la SOLUZIONE

Uno dei grandi equivoci del dibattito pubblico su molti problemi è che la risposta possa venire da una legge (nuova o da riformare) e in particolare da una norma di diritto penale.

Il diritto penale però è per un verso uno strumento estremamente pesante e grave e per altro verso è molto impegnativo azionarlo perché la sanzione può essere applicata solo all'esito di procedure giustamente molto garantite.

In questi ultimi giorni si dibatte ad esempio della possibilità che venga depenalizzato il c.d. reato di clandestinità e si è quindi anche scatenata una violenta polemica contro chi sostiene tale prospettiva.

Ovviamente è legittimo ed anzi doveroso che il governo prenda misure di tipo amministrativo per regolare e gestire il fenomeno dell'immigrazione, eventualmente anche sanzionando in modo rigoroso chi violasse le norme. 
Tuttavia non si può non condividere le opinione espresse dal Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti (e poi anche dall'ANM tra gli altri) sul fatto che tale depenalizzazione sia la scelta migliore.

Il reato di clandestinità è inutile quando non ingiusto, inefficace e dannoso per le indagini contro scafisti e tratta degli essere umani.

E' inutile perché non ha alcuna efficacia deterrente risolvendosi in una mera sanzione pecuniaria (€ 5000) che nessuno pagherà e che nessuna saprebbe comunque riscuotere (il sistema non riesce nemmeno a recuperare le sanzioni pecuniarie contro i cittadini italiani, figuriamoci l'immigrato clandestino senza fissa dimora e senza un soldo in tasca). 
E' una minaccia solo virtuale ed esibita che non ferma nessuno dall'imbarcarsi per cercare una vita migliore o di fuggire da contesti di grave pericolo e disagio.

E' ingiusto perché è un reato che colpisce ciò che si è e non quello che si è fatto. 
Il diritto penale dovrebbe punire solo i comportamenti, da chiunque posti in essere, che concretamente offendano un bene giuridico tutelato dalla Costituzione (vita, salute, patrimonio, sicurezza, ecc...), mentre in questo caso si colpisce di fatto in modo preventivo chi entra senza rispettare le regole col pregiudizio che poi potrebbe commettere reati.
La mera violazione della regola per entrare nel nostro territorio può essere presidiata da sanzioni, ma amministrative e non penali... tra l'altro assai più semplici da applicare perché meno garantite e quindi anche più immediate.

E' infine un reato dannoso per le indagini contro scafisti e tratta degli essere umani perché fa diventare indagati e poi imputati le persone offese e i testimoni di tali gravissimi crimini, impedendo così quasi sempre che ci possa essere una collaborazione con gli investigatori per risalire ai veri responsabili e ai veri delinquenti che sfruttano la disperazione di queste persone.

Appare poi evidente che di fronte a un fenomeno epocale che riguarda centinaia di milioni di persone del sud del mondo, pensare di poterlo arginare o risolvere con una multa (o anche un arresto) è illusorio ed anzi risibile.

Il diritto penale è un'arma pesante, sofisticata e complicata da usare solo nei casi veramente necessari e per le condotte concretamente offensive e pericolose.

I paesi che usavano (o usano) lo strumento penale per fare prevenzione e per mandare messaggi ai cittadini non sono stati di diritto e paesi liberali e nessuno di noi vorrebbe viverci.

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