"the problems we all live with" di norman rockwell

mercoledì 21 ottobre 2015

LA CREDIBILITA' DELLA MAGISTRATURA

In queste settimane stanno emergendo sempre più dettagli inquietanti di un grave scandalo che ha coinvolto dei magistrati del Tribunale di Palermo: Beni confiscati, lo scandalo del Tribunale di Palermo (articolo da La Repubblica) .

La vicenda è gravissima e va seguita, sollecitando tutte le azioni tempestive che il CSM può e deve intraprendere... ma ancor di più dovrebbe diventare l'occasione per fare una riflessione complessiva sul modo autoreferenziale e arbitrario con cui troppo spesso noi magistrati gestiamo le nostre scelte organizzative e in particolare l'affidamento degli incarichi a terzi (avvocati, commercialistici, consulenti vari).

Le misure di prevenzione e le procedure concorsuali sono forse i settori più delicati (per le somme che muovono e gli interessi che toccano), ma più in generale il tema delle consulenze è affrontato in modo talvolta amatoriale ed opaco anche quando dietro non si celano accordi illeciti e interessi inconfessabili.

Dovremmo pretendere e offrire la massima trasparenza in tutti quei casi in cui siamo chiamati ad affidare incarichi, soprattutto per quelli più remunerativi o di maggiore "peso specifico".... e questo proprio a tutela della nostra funzione e della credibilità di quello che facciamo, .

La mancanza di criteri trasparenti e di rotazione nella gestione delle consulenze alimenta dietrologie e millantati crediti, mina  la fiducia verso l'autorità giudiziaria e inoltre impedisce una sana alternanza e concorrenza tra i vari liberi professionisti cui ci rivolgiamo, impedendo tra l'altro l'emersione di nuovi giovani capaci e fuori dai circuiti del potere.
Sappiamo bene che in certe situazioni è assolutamente necessario ed inevitabile scegliere qualcuno conosciuto e di assoluta fiducia, ma questo non esclude il fatto di poter individuare criteri di rotazione e motivazioni trasparenti nella stragrande maggioranza dei casi, vigilando in ogni caso sulle eccezioni.

Il singolo ufficio, specie se medio piccolo e con ruoli pesanti, può fare fatica a trovare soluzioni...ma questo potrebbe proprio essere uno dei settori in cui il Consiglio Superiore della Magistratura (nostro organo di autogoverno) promuove e diffonde prassi virtuose e trasparenti, pretendendo dai direttivi e dagli aspiranti tali di fornire su questi temi delle soluzioni specifiche e concrete.

Un approccio preventivo, professionale e trasparente non solo restituirebbe fiducia e prestigio, ma diventerebbe il primo argine all'infiltrarsi di fenomeni di corruzione.

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