"the problems we all live with" di norman rockwell

sabato 15 febbraio 2025

Il Cavallo di Troia della separazione delle carriere


Incrociando un amico avvocato nei corridoi del Tribunale questa settimana ci siamo messi a discutere, cordialmente e animatamente, della riforma fino a che gli ho espresso la mia convinzione: la separazione delle carriere è il cavallo di Troia che il governo sta usando per ben altri obiettivi.
"Hai ragione", mi ha confessato.
"Ma voterete lo stesso questa riforma?"
"........"

Vedo crescere dentro l'avvocatura la consapevolezza che, insieme alla tanto attesa separazione delle carriere, la riforma Nordio porti gravi rischi per equilibri istituzionali.
Ho già detto in precedenti interventi (pubblicati su LinkedIn) perché non credo che la separazione delle carriere risolverà i problemi che legittimamente molti amici avvocati sollevano (come dice Coppi non è un problema di colleganza ma di onestà intellettuale, ed inoltre si andrebbe ad accentuare l'appiattimento dei PM verso un approccio poliziesco, da avvocati dell'accusa).

Mettiamo da parte però un attimo le reciproche convinzioni: so di non potervi convincere che la separazione sia l'approdo ineluttabile dei principi di giusto processo.
Allarghiamo lo sguardo; anzi, facciamolo penetrare a fondo.

Il disegno complessivo della riforma è indebolire e frammentare il potere giudiziario, riducendolo a ordine burocratico, più o meno direttamente controllato dal potere politico (e parlo di potere politico perché già oggi è pressoché impossibile distinguere nella sostanza legislativo ed esecutivo, per non parlare di quel che accadrebbe con il premierato..).

Il sorteggio dei componenti (solo temperato per i membri eletti dalla politica) è un vero insulto (come ha riconosciuto anche Caiazza di recente) e ovviamente avrà l'effetto di delegittimare e frammentare la presenza togata nel CSM. Chiunque abbia lavorato in organo collegiale misto (io sto terminando l'esperienza del Consiglio Giudiziario) sa benissimo che isolati non si può davvero incidere in alcun modo e non si riuscirà ad avere alcuna strategia: i sorteggiati saranno monadi nel migliore dei casi, facilmente isolati e manovrabili dalla minoranza non togata, che però si muoverà secondo logiche politiche e mandati ben precisi.

So bene che si proverà a dire che questo metodo sarebbe il veleno necessario a debellare il correntismo e le sue degenerazioni, ma con questo assetto passeremmo dalla libertà di associazione ai personalismi e a meccanismi clientelari ancora più fuori controllo.
La magistratura stessa ha perseguito e condannato, a livello disciplinare e nei processi, le note vicende degli scorsi anni. Anzitutto la politica non ha svolto su tali scandali alcuna riflessione, non dimostrando alcuna volontà di recidere i propri tentativi di allungare le mani sul potere giudiziario.
Inoltre questo argomento non può consentire di spazzare via la possibilità di associarsi (libertà costituzionale) attorno a legittimi e diversi orientamenti culturali e di scegliere i colleghi e le colleghe che verranno ritenuti più capaci, autorevoli e rappresentativi nell'organo di governo della magistratura!

Basterebbe questo per allarmare chiunque abbia a cuore gli equilibri tra i poteri e la salute degli organi costituzionali.
In realtà i pericoli maggiori sono quelli che si profilano all'orizzonte: la categoria dei pubblici ministeri, isolata, dovrà finire sotto qualche forma di controllo politico per non trasformarsi in un potere di super polizia illiberale sganciata da logiche di giurisdizione. Il primo passo sarà mettere in discussione l'obbligatorietà dell'azione penale e quello inevitabile e successivo sarà dover dare una copertura politica alle scelte delle Procure, anticamera dell'indicibile sottoposizione all'esecutivo.

Non sono scenari lunari: non solo esiste un solo Paese al mondo in cui i PM sono separati e indipendenti (Portogallo), ma è sufficiente osservare cosa sta accadendo negli Stati Uniti, che vogliono darci lezioni di democrazia mentre i PM si dimettono per non arrendersi al volere del nuovo esecutivo e vengono allontanati i Prosecutor che avevano osato indagare i nuovi detentori del potere (https://www.nytimes.com/2025/02/14/nyregion/eric-adams-drop-charges-sdny.html?smid=nytcore-android-share)

Cari avvocati, fate attenzione: stanno usando la separazione delle carriere come cavallo di Troia per entrare nella cittadella dell'indipendenza della magistratura.
Non glielo consentite.

E dal giorno dopo dovremo certamente tornare a confrontarci come realizzare meglio e di più il principio del giusto processo (a cominciare da tirocini obbligatori negli studi degli avvocati per chi supera il concorso in magistratura).