"the problems we all live with" di norman rockwell

mercoledì 1 ottobre 2014

DISTRAZIONE DI MASSA

La verità è che in Italia per difendere le ragioni di una categoria, ci vorrebbe sempre l'intervento di un'altra categoria, perché ormai siamo pervasi di sfiducia e cinismo e pensiamo sempre che tutti vogliano solo salvare se stessi e parlino sempre per difendere i propri interessi, anzi privilegi!
Faldoni nel Tribunale di Catanzaro
D'altronde il luogo comune ci rassicura e ci consente di avere un bersaglio grosso e facile contro cui scagliare insoddisfazioni e preoccupazioni per un presente di declino e un futuro ancor più precario per molti.

Questo post, quindi, non pretende minimamente di difendere questa pericolosa lobby di fannulloni superpotenti composta da me e dai miei colleghi magistrati. 
No, dopo anni di insulti e delegittimazione, di giustizia lenta e rinvi alle calende greche, di flop giudiziari e processi mediatici, di magistrati politicanti e salvatori della patria... No, ci rinuncio questa volta.

E' vero, in questi anni ho scritto spesso per spiegare le "nostre" ragioni, ma il problema è sempre quello: sono ancora e solo le nostre, non siamo riusciti a comunicarle e farle diventare anche vostre, di tutti i cittadini che hanno a cuore la giustizia e la democrazia...
Non basta più indicare i modelli virtuosi e coraggiosi, spiegare che ci sono tanti colleghi seri e professionali, che lavoriamo in condizioni pessime e gestendo carichi folli (che non conoscono eguali in Europa).

Colpa dei media? Forse... Colpa di una politica demagogica? Anche... Colpa della nostra autoreferenzialità ed incapacità di risolvere anzitutto per conto nostro almeno alcuni dei problemi che affliggono la giustizia? Sì, certo, anche questo.

E allora perchè quest post?
Perché l'ossessione di Renzi per i nostri 240.000 €di stipendio mi sembra emblematica e può forse diventare la chiave di lettura per capire come si vuole impostare il dibattito in tema di giustizia e non solo in questa povera patria.

Breve cronistoria.
Alcuni mesi fa, mentre si parlava di tagli alla spesa pubblica, molti giornali e media dissero che vi era in cantiere la possibilità che il Governo stabilisse per decreto una decurtazione per gli stipendi di tutti i magistrati: dagli attempati cassazionisti che guadagnano circa 150.000 € lordi ai giovani neo magistrati (in realtà con età media ormai verso e oltre i trent'anni per cambiamenti fatti alla procedura del concorso) che all'inizio guadagnano circa 1.600 €netti.
Va bene la crisi e va bene la solidarietà, ma perché fare una simile tassa mirata ad un'unica categoria e per di più senza alcuna proporzionalità al suo interno, così danneggiando di fatto soprattutto proprio i più giovani magistrati che si trovano spesso a lavorare in situazioni difficili?
Se sacrifici devono farsi siamo pronti, disse l'ANM, ma nel rispetto dell'uguaglianza e applicando il principio di proporzionalità, colpendo quindi soprattutto i redditi effettivamente più alti (che poi sarebbero principi costituzionali, così, tanto per dire...).

Poco dopo emerse che in realtà si era optato solo per un blocco degli scatti contrattuali ed un tetto allo stipendio massimo pari a €240.000.
"Ma allora non parlano di noi!" ...fu il mio primo pensiero, non sapendo che in effetti ci sono due (ripeto.... D U E) magistrati in Italia che guadagnavano poco più di quella soglia: il Procuratore Generale della Cassazione e il Primo Presidente di Cassazione.
Tutti gli altri (quasi diecimila) magistrati sono AMPIAMENTE al di sotto (io dopo dieci anni di lavoro non arrivo a 90mila lordi e non mi avvicinerò mai a 200mila nemmeno con 40anni di anzianità, tanto per essere chiari).

Nonostante questo, e nonostante numerose esternazioni dell'ANM che si dichiarava assolutamente rasserenata, da quasi un anno Renzi si ostina a lamentare del fatto che questi magistrati corporativi e fannulloni hanno fatto le barricate perché lui gli ha tagliato lo stipendio! 
Ma quando? Ma chi? Ma perché mai avremmo dovuto?!?
La leggenda metropolitana però viene ripetuta, così perpetuando per un verso l'immagine di magistrati ricchissimi che vogliono difendere le loro ricche prebende anche in tempi di crisi, e per altro verso quella di un premier coraggioso e dalla parte del popolo che non ha paura di certe lobby che pesano sul groppone degli italiani che lavorano!

L'Associazione Nazionale Magistrati ha in questi giorni provato a ristabilire per l'ennesima volta la verità dei fatti (http://www.associazionemagistrati.it/doc/1725/da-renzi-affermazioni-non-corrispondenti-a-realt.htm), ma naturalmente è inutile.
Perchè Renzi queste cose le sa benissimo ma la "scenetta dei 240.000 €" per lui è troppo comoda ed efficace dal punto di vista comunicativo...
Poco importa se così non si risolva nessun problema di bilancio.
Poco importa se le decine di proposte fatte dall'ANM per migliorare i tempi e la qualità della giustizia siano rimaste inascoltate.
Poco importa se gli organismi internazionali dicono da anni che siamo tra i magistrati europei più sovraccarichi di lavoro e più produttivi, ma non tra i più pagati (Commissione Europea per l'Efficienza della Giustizia, http://www.coe.int/T/dghl/cooperation/cepej/default_en.asp).
Poco importa se la Costituzione assegna al Ministro della Giustizia il dovere di fornire mezzi e risorse adeguate a Tribunali e Procure.
Poco importa se nessuno stato occidentale deve affrontare evasione fiscale, corruzione, mafie e terrorismo come in Italia.

L'importante è avere il capro espiatorio di turno e lo slogan efficace.
La voce vuole sentirsi dire cose chiare e semplici e possibilmente che le venga anche detto contro chi arrabbiarsi.
Tanto la voce dell'Anm è solo un rumore di fondo lontano che ascolta una nicchia politicamente ininfluente, mentre la grancassa della propaganda arriva a milioni di orecchie (distratte ma disponibili): il tg1 ogni giorno è visto da più persone dei lettori di tutti i quotidiani in edicola.
I lettori del sito dell'Anm non riempirebbero nemmeno uno stadio di calcio.
Non c'è partita.

Però, se è così, non c'è nemmeno nessuna buona notizia per chi aspettava che la giustizia cambiasse verso, diventando più veloce, responsabile e vicina ai cittadini.

No, ancora una volta su questo capitolo così doloroso della vita pubblica italiana non si fa un dibattito culturale e di merito, ma si gioca una partita tutto ideologica e politica per spostare consensi.

Questo modo demagogico e poco serio di affrontare la questione giustizia non è un problema dei magistrati.
E' un problema dei cittadini italiani onesti.

Quelli disonesti e furbi, invece, sono già contenti adesso di come vanno le cose...

Good night and good luck

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