Internazionale ha pubblicato una statistica dell'Ocse che fotografa e mette a confronto due dati : il livello di occupazione femminile e il numero di figli per donna.
Il dato interessante è che tendenzialmente i paesi con alte percentuali di occupazione sono anche quelli con un più alto numero di figli... come a dire : l'ostacolo ad avere figli non è l'impegno lavorativo della donna ma la mancanza di sostegno pubblico (asili, permessi, scuola a tempo pieno...).
Ecco alcune cifre
In Norvegia lavora il 74,4 % delle donne e hanno 2 figli ciascuna.
In Svezia sono occupate il 70,2 % delle donne e hanno 1,9 figli in media.
In Italia il tasso di occupazione femminile è un desolante 46,4 %, accompagnato da 1,4 figli per donna.
Sono cifre su cui riflettere, non solo per diventare un paese che davvero valorizza il ruolo della donna nel mondo del lavoro e in generale la sua partecipazione alla vita pubblica... ma anche perché la crescita demografica è un elemento pressoché decisivo per poter pensare di crescere anche economicamente.
La crescita e il ringiovanimento della popolazione sono alcune delle ragioni strutturali che hanno consentito agli Stati Uniti di restare un paese trainante per lungo tempo.
Il migrante di solito fa più figli ed è particolarmente motivato per migliorare la sua condizione sociale, garantendo sacrifici e impegno per il progresso che molti figli del benessere non hanno alcuna intenzione o interesse a mettere in campo, potendosi "sedere" sulle ricchezze dei padri.
E il ringiovanimento non è solo forza lavoro di basso livello, ma si trasforma anche in capacità di innovazione, altro terreno chiave per le prospettive di ogni paese ed economia.
Ridare dignità e spazio alle donne come SOGGETTI (e non oggetti) è necessario per uscire dal pantano nel quale siamo finiti.
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