"the problems we all live with" di norman rockwell

giovedì 31 marzo 2011

difendere la verità

Uno dei fenomeni che più mi spaventa e preoccupa, non tanto per l'oggi ma soprattutto per il domani, è che ci siamo abituati a credere a tutto o a lasciarci scorrere addosso incredibile menzogne e mistificazioni senza scandalizzarci:
dai dieci milioni di spiati... alle 2952 udienze del premier... dai magistrati fannulloni (che invece l'Europa ci dice essere i più laboriosi) alla leggenda metropolitana delle cospirazioni giudiziarie... passando per tante altre bugie su tasse, crescita, rifiuti, nucleare, ecc...

Tanto per parlare di processo breve, vi ricordo che in Parlamento il ministro Alfano disse che avrebbe riguardato solo l'1% dei processi e che quindi le stime di ANM e CSM (che prevedevano la morte del 30/40% dei processi erano clamorosamente sbagliate...) : non solo il dato era facilmente smentibile dalle rilevazioni fatte dai magistrati e documentabili, ma soprattutto se davvero il meccanismo di prescrizione del processo fosse scattato solo per l'1% dei processi, allora era falsa la premessa su cui fanno propaganda da anni, ovvero che i processi durano troppo (infatti il 99% ssarebbe già veloce, no?!). E allora a cosa (o a chi) potrebbe servire questa norma che non ha eguali in alcun sistema giuridico ?!!?

non smettiamo di riconoscere le falsità.
non smettiamo di indignarci.
non smettiamo di pretendere anche dai giornalisti l'autonomia e la professionalità per contestare le affermazioni fatte in maniera superficiale, non documentata o dolossamente viziata.

non abituiamoci a tutto questo o smetteremo di vederci chiaro
e tutto si confonderà in un grigio di indecisione, confusione e delegittimazione generalizzata.

- Ma lei non pensa che la verità, se verità è, si affermerà da sè ?
- No, no, no;  la verità riesce ad imporsi solo nella misura in cui la difendiamo; la vittoria  della ragione non può essere che la vittoria di coloro che ragionano
(Galileo, B. Brecht)

venerdì 25 marzo 2011

COME LAVORANO I MAGISTRATI ITALIANI ?

per carità, anche tra i magistrati ci sono i bravi e i meno bravi, gli stacanovisti e i fannulloni, le persone serie e i furbetti, i carrieristi e i galantuomini ...come dappertutto !


se all'inizio troviamo normalmente forti motivazioni ideali, non si può negare il rischio sotteso a tutti lavori sostanzialmente "sicuri" e con uno stipendio fisso, dove può accadere di perdere la passione e lo scrupolo nel lavoro


sono questioni reali che molta parte della magistratura cerca di affrontare e risolvere: investendo nella formazione e nell'aggiornamento, chiedendo riforme giuste e facendo valutazioni sempre più rigorose, cercando di evitare che le correnti divengano anche un luogo di interessi corporativi per restare solo un importante spazio associativo dove promuovere le diverse culture della giurisdizione ...sempre sotto l'ombrello costituzionale


restiamo in ogni caso cittadini come tutti, specchio di questo paese 


l'unica differenza (sicura e non irrilevante) è la preparazione professionale, testata da un concorso pubblico che tutto sommato funziona (avendo le sue prove decisive negli scritti e facendo passare sempre meno candidati dei posti messi a bando) ma che verifica solo le doti giuridiche e non le capacità organizzative, il buon senso o l'equilibrio (e queste tre ultime qualità fanno almeno il 75% del lavoro ordinario quotidiano!)


detto questo (e quindi partendo sempre dal presupposto che ognuno deve fare sempre del suo meglio e assumersi tutte le sue responsabilità prima di lamentarsi), mettiamo in chiaro due cose prima di decidere di chi sia la colpa del mal funzionamento della giustizia :


1) abbiamo CINQUE forme di responsabilità : penale, civile (per dolo e colpa grave), disciplinare, contabile e professionale ;
in particolare il nostro sistema disciplinare è il più severo tra tutte le magistrature d'Europa e di tutte le altre categorie del settore pubblico in Italia...nonché dell'ordine degli avvocati (tanto per fare riferimento al settore di cui qualcuno ci accusa di essere il principale o il solo problema)
e inoltre siamo forse l'unica categoria che NECESSARIAMENTE SCONTENTA SEMPRE UNA PARTE (o l'indagato-imputato o la parte civile soccombente a cui non viene data ragione nella causa)


2) i dati UFFICIALI EUROPEI ci pongono ai vertici in tutte le statistiche, tranne che nello stipendio (fonte CEPEJ, commissione europea per l'efficienza della giustizia)

  •    la nostra retribuzione e al 18° posto in Europa all'inizio della carriera e al 13° per i magistrati di Cassazione
  •     siamo al PRIMO POSTO nel settore penale in Europa per carico di lavoro e processi smaltiti (e altrove non hanno le mafie nostrane...) e al TERZO POSTO nel settore civile
Eppure da anni si cerca sempre e soltanto di riformare e punire i giudici invece della giustizia italiana...
Perché ?

mercoledì 23 marzo 2011

NON TUTTO NELLA VITA è APPLAUSI O FISCHI

La Repubblica 22 marzo 2011
IL COMMENTO : La claque pro-Cavaliere invade il processo Mills
di MICHELE SERRA

L'Italia è un paese immerso nello show da parecchi anni, ma la scena che si è vista ieri al tribunale di Milano era ancora inedita: la claque in un aula di giustizia. Era già capitato, in passato, di udire strepiti e invettive levarsi dal ridotto pubblico che assiste ai processi: ma in genere si trattava di parenti degli imputati o delle vittime, scossi da qualche sentenza.

Altre manifestazioni, alcune molto civili altre meno, si erano dipanate attorno ai palazzi di Giustizia, che sono diventati, loro malgrado, un palcoscenico non secondario del lungo sfacelo di una classe dirigente. Ma quella di Milano è stata una piccola premiere: tifosi organizzati, con volti e linguaggio da studio televisivo del pomeriggio, hanno pensato che il processo fosse un ottima occasione per dare corpo, sia pure in miniatura, al loro amore per "Silvio".

Le parole e i concetti espressi davanti all'occhio crudele delle telecamere non facevano pensare a un'adunata politica: per lo meno non in senso classico. Piuttosto, replicavano il giubilo emotivo dei fan di un cantante o di un attore, quei crocchi di teen-ager o di massaie che cingono d'assedio l'Ariston quando c'è il Festival, o i mega-store dove si firmano gli autografi. La star non c'era ("ci fosse stato Lui saremmo stati il doppio", ha dichiarato una delle creature presenti), ma c'erano i suoi avvocati, portati in trionfo come body guard che vegliano sulla Sua incolumità.

Naturalmente, anche una folla di giuristi e costituzionalisti schiamazzanti, benché

più autorevole e ferrata in materia, sarebbe stata cortesemente allontanata dalle forza dell'ordine. Ma l'idea di totale incongruenza politico-giuridica che eruttava dalle parole e dal comportamento dei Silvio-boys (and girls) rimanda direttamente allo sfascio strutturale del discorso pubblico di questo Paese, affidato alle viscere, ai moti affettuosi e/o ringhiosi, alle affermazioni più rudimentali ("io sto con lui qualunque cosa abbia fatto", "lasciatelo lavorare", "smettetela di prendervela con lui").

Chiunque, e in qualunque veste, abbia assistito a un processo importante, ne conosce la grave, quasi inquietante solennità. Poiché si parla di colpa e di innocenza, e si decidono destini umani, si suole ascoltare e tacere, e a volte tremare o impietosirsi. Si sente, si capisce che nessun pregiudizio può mettere in secondo piano, nella drammaturgia processuale, il giudizio. E questo può piacere o non piacere (più spesso: non piacere), ma appartiene alle convenzioni di una comunità civile. Tanto è vero che nei film e telefilm di genere, quando l'arringa è pronunciata o la sentenza emessa, il giudice, severo e autorevole, invita a sgomberare l'aula al primo mormorio irriverente. E perfino nei vari para-processi televisivi nei quali magistrati in pensione dirimono le liti tra figuranti, nessuno si è ancora sognato di introdurre un pubblico vociante.

Benché ingozzati di televisione fino a stordirsene, i berluscones affluiti ieri a Palazzo di Giustizia non hanno messo a profitto queste solide tradizioni. Fiocco azzurro sul petto, volevano dare voce al loro ardore contro le toghe rosse e le astruse congiure (ah, quei difficili articoli di legge, ah quei faldoni più opprimenti di un libro) ai danni del loro "Silvio", che ha ragione in quanto Silvio, e in quanto Silvio è al di sopra di ogni banale impiccio giuridico.

Ora si spera che animosi di opposto sentire non vogliano costituire una claque colpevolista. Ai processi, se non si è avvocati o giudici o imputati, si ascolta e si tace. Simbolicamente, fare sgomberare l'aula processuale serve anche a ricordare che non tutto, nella vita, è applausi e fischi. Per quanto stupefacente, è una notizia che in qualche maniera, o prima o dopo, riuscirà ad arrivare anche alle orecchie dei settori meno avveduti dell'audience nazionale. 

sabato 19 marzo 2011

MERITO e LEGITTIMAZIONE

I magistrati hanno il diritto e il dovere di parlare delle questioni tecniche collegate alle riforme in tema di giustizia, spiegando ad esempio che la riforma costituzionale proposta non renderà più veloce un solo processo civile e penale e rischia invece di mettere sotto controllo l'azione di difesa della legalità.


Quello che non possiamo fare è dare valutazioni politiche o ai politici ; a noi interessa il merito e la tenuta dell'ordinamento costituzionale.


La legalità e la Costituzione sono patrimonio di tutti e dobbiamo evitare che si strumentalizzino le nostre proteste facendole apparire di parte.


E' difficile mantenere serietà e compostezza dopo anni di quotidiani insulti e di mistificazioni, ma è l'unica possibilità per mantenere il nostro ruolo istituzionale e dare una testimonianza a difesa di principi essenziali per la nostra democrazia, come la separazione dei poteri e l'obbligatorietà dell'azione penale.


Proverò da oggi a fare una serie di piccoli interventi per spiegare quali siano le ragioni VERE delle fallimentari condizioni della giustizia italiana, così da dimostrare con la forza dei fatti e degli argomenti come nulla di ciò che è stato fatto proposto negli ultimi anni sia nell'interesse dei cittadini.


A presto

giovedì 17 marzo 2011

PRESCRIZIONE EPOCALE

Un emendamento presentato dal Governo propone di accorciare ulteriormente la prescrizione dei reati per gli imputati non recidivi (ovvero per tutti coloro che non sono stati già condannati... situazione tipica dei colletti bianchi).


La prescrizione già adesso è un fenomeno abnorme e gravissimo, facendo morire moltissimi processi dopo anni di lavoro, vanificando le spese fatte per indagini e processo e incentivando gli imputati e i loro difensori a fare appello e ricorso in Cassazione solo per ottenere la prescrizione e non perché abbiano ragioni effettive da far valere.


La prescrizione di un reato è un istituto legittimo ma non ha senso farla decorrere anche dopo che è iniziato un processo poiché così si incentivano tecniche dilatorie e si rischia di celebrare processi poi del tutto inefficaci e frustranti dal punto di vista sanzionatorio, dando così una forte sensazione di impunità soprattutto a chi ha i mezzi economici per difendersi con forza e a lungo.


Degli eventuali effetti per i processi di qualcuno in particolare non voglio nemmeno parlare perché è una norma sbagliata comunque e a prescindere da polemiche di parte o personali.


Altro che riforme per migliorare il funzionamento della giustizia... 
E' l'ennesimo colpo alla legalità in questo Paese.


Viva l'Italia. Il Paese del diritto e del rovescio.

ecco l'emendamento :

A.C. 3137
Art. 3
 Dopo l’articolo 4 inserire il seguente:
 Art. 4-bis
(Modifiche al codice penale)
1. All’articolo 161 del codice penale, il secondo comma è sostituito dal seguente:
“Salvo che si proceda per i reati di cui all’articolo 51, commi 3-bis e 3-quater, del codice di procedura penale, in nessun caso l’interruzione della prescrizione può comportare l’aumento di più di un sesto del tempo necessario a prescrivere, di un quarto nel caso di cui all’articolo 99, primo comma, della metà nei casi di cui all’articolo 99, secondo comma, di due terzi nel caso di cui all’articolo 99, quarto comma, e del doppio nei casi di cui agli articoli 102, 103 e 105.”.
 2. Le disposizioni di cui al comma 1 non si applicano ai procedimenti nei quali alla data di entrata in vigore della presente legge è già stata pronunciata sentenza di primo grado.
 Il Relatore


mercoledì 16 marzo 2011

IL TORMENTONE

La riforma epocale\soluzione finale affronta tanti temi, ma vorrei intanto dare qualche piccolo spunto di riflessione su uno dei tormentoni degli ultimi anni : la separazione delle carriere.


Lo faccio anche perché i sondaggi ci dicono che la maggioranza delle persone sono d'accordo a questa separazione, anche se molte di loro non sanno di cosa si tratti
Carina 'sta cosa, eh ? ...ma di questa democrazia populista e sondaggista sparlerò un'altra volta.


Dicevamo : la Separazione...
Si tratta di modificare la Costituzione per dividere i magistrati inquirenti (i pubblici ministeri) da quelli giudicanti (appunto i giudici, civili e penali). Oggi sono uniti: fanno il medesimo concorso, sono governati da un unico CSM, godono sostanzialmente della medesima indipendenza ed autonomia e soprattutto un magistrato durante la sua carriera può svolgere entrambe le funzioni.
Ovviamente la legge già prevede che la stessa persona non possa mai svolgere due funzioni diverse nel medesimo processo...
Inoltre da alcuni anni ci sono forti limitazioni alla possibilità di cambiare funzione : chi vuole passare da giudice a pm o viceversa deve infatti andare in una sede di un diverso distretto (i distretti corrispondono quasi alle regioni) : se ad esempio oggi faccio il pm a bologna, se un giorno volessi fare il giudice dovrei andare in toscana o lombardia almeno.


Perché separare le funzioni ?
In sintesi sono due le ragioni ESPLICITE di chi è a favore :

  • se il giudice ha una vicinanza professionale particolare con il pm rischia di non essere davvero "terzo" e quindi non obiettivo, favorendo il pm e danneggiando le ragioni dell'avvocato (stiamo quindi parlando del processo penale)
  • il pm svolge una funzione diversa e quindi deve essere specializzato

Anzitutto provo a confutare queste :

  • le statistiche e l'esperienza quotidiana dimostrano che in realtà non è affatto raro che i giudici diano torto al pm, anzi... quindi questa presunta mancanza di obiettività è anzitutto non provata e inoltre è facilmente intuibile che si vorrebbero dei giudici meno favorevoli al pm , visto che l'argomento è portato dai difensori degli imputati, non proprio in posizione disinteressata anche loro... no? 
  • è vero che il pm ha bisogno di specializzarsi nel fare le indagini, ma è ancora più importante che mantenga la c.d. cultura della giurisdizione non cadendo nella mentalità meramente inquisitoria : il suo obiettivo non è fare il super poliziotto ma accertare al meglio la verità nel processo col rispetto delle garanzie di legge; in altre parole l'atteggiamento dovrebbe essere più equilibrato proprio perchè prima di essere un pubblico ministero è un magistrato
A riprova di questo ultimo argomento mi permetto di far notare che uno dei complimenti che più spesso mi vengono fatti è che sono un pm che ragiona come un giudice , e cioè in maniera equilibrata e senza pregiudizi verso gli indagati... ma allora vi piace la cultura della giurisdizione ! 
E soprattutto piace al cittadino indagato che ha più probabilità in questo sistema di trovarsi di fronte un pubblico ministero equilibrato...

Naturalmente il problema è complesso e l'idea di separare le carriere non è di per sè scandalosa o inaccettabile... MA.
Ci sono almeno due MA.
Primo : ...MA SEPARARE LE CARRIERE NON ACCORCIA DI UN GIORNO LA DURATA DEI PROCESSI
Secondo : ...MA NON VI VIENE IL LEGGERISSIMO SOSPETTO CHE QUESTA CLASSE POLITICA (di destra e di sinistra...) VOGLIA LA SEPARAZIONE PER POI LIMITARE L'INDIPENDENZA DEI PM ?!

Il complesso delle norme proposte con la riforma epocale dimostra proprio questo... e allora qui non si tratta più di discutere cosa è meglio, ma di DIFENDERE UN CAPOSALDO DELLA NOSTRA DEMOCRAZIA e uno dei pochi baluardi di controllo della legalità soprattutto contro la corruzione.

Se siete arrivati a leggere fino qui siete degli eroi...
Notte

sabato 12 marzo 2011

DITTATURE

Berlusconi : "Evitare la dittatura dei giudici !"
...già che ci siamo io eviterei qualsiasi genere di dittatura...
Gli italiani sono irrimediabilmente fatti per la dittatura
(Ennio Flaiano)
I popoli sotto dittatura anelano alla libertà; se manca tale anelito, cessa il senso della personalità, il desiderio del progresso, il valore dell'iniziativa. I popoli che tendono a progredire, si affermano nella libertà e per la libertà. 
(Luigi Sturzo)

venerdì 11 marzo 2011

RIFORMA EPOCALE o SOLUZIONE FINALE ?

L'annunciata epocale riforma della giustizia assomiglia molto di più ad una soluzione finale, alla chiusura dei conti con la magistratura e in particolare con i Pubblici Ministeri, ovvero la magistratura requirente.


Nessuna risposta alla richiesta di investimenti e di riforme organiche, nessuna misura per rendere i processi più veloci ed efficaci, nessun piano di intervento per aiutarci a dare un servizio giustizia degno di questo nome...


Tutto si riduce a umiliare la magistratura, a punirla e in particolare a indebolire e "normalizzare" l'azione di controllo della legalità delle Procure, che sino ad ora sono state il vero motore della giurisdizione potendo disporre della polizia giudiziaria nelle indagini ed esercitando in autonomia l'azione penale obbligatoriamente contro tutti.


Basta, grazie...


CSM di fatto anestetizzato dalla presenza dei politici, obbligatorietà dell'azione penale svuotata, una fantomatica e misteriosa Corte Disciplinare che dovrà valutare le contestazioni mosse dal Ministro all'operato dei PM (immaginate con che serenità posso pensare che i futuri membri di tale organo possano valutare ad esempio l'operato di un magistrato golpista e non gradito come me...), pubblici ministeri dipendenti e non più indipendenti


Insomma : 
ottime notizie per criminalità organizzata e sistemi corrotti : una magistratura così irregimentata e controllata difficilmente disturberà i poteri forti illeciti che da sempre inquinano e percorrono la nostra vita pubblica, come ad esempio l'infiltrazione mafiosa che oggi Draghi indica tra le ragioni del mancato progresso del nostro sistema economico... 
brutte notizie per chi crede che la separazione dei poteri e il controllo di legalità siano fondamentali perché si possa vivere in un paese veramente libero e democratico


Licio Gelli gongola, vedendo i suoi progetti finalmente messi nero su bianco in maniera organica anche in tema di giustizia.


Saluti dal vostro pm antropologicamente diverso
...un animale golpista in via d'estinzione
(in attesa di guinzaglio)



mercoledì 9 marzo 2011

IL GOLPISTA

Il Giornale mi elenca oggi tra i magistrati golpisti che scrivono email sediziose su mailinglist di carbonari (avendo anche la delicatezza di pubblicare il mio indirizzo di posta, mi dicono... grazie)


Ovviamente le mie email non hanno contenuto diverso da quelle che pubblico su questo blog o su facebook per la ragione , che ribadisco , che sento mio dovere difendere alcuni principi fondamentali della Costituzione : ho sempre scritto sapendo di poter essere letto pubblicamente e al contrario di altri non ho pensieri o proposte o idee di cui vergognarmi o che io senta come incompatibili con il mio ruolo.


E' curioso che difendere la legalità e l'assetto degli equilibri costituzionali sia divenuta una posizione golpista...
Quanto è vera oggi la citazione di Ennio Flaiano che apre il mio blog
"Mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi ci governa"

saluti golpisti da un innamorato della Costituzione

lunedì 7 marzo 2011

Avere torto è destabilizzante

Indifferenza

Di solito pensiamo che le nostre opinioni politiche siano basate su un’attenta e razionale valutazione di fatti e idee. Non è così. Citando una serie di studi dell’università del Michigan, il Boston Globe spiega che i fatti non sempre riescono a far cambiare opinioni politiche alle persone. Anche quando le idee sono basate su informazioni sbagliate. 
È destabilizzante ammettere di avere torto”, sostiene Brendan Nyhan, uno degli autori della ricerca.
Il fenomeno si chiama backfire, ed è un “meccanismo di difesa naturale, per evitare una dissonanza cognitiva”. Il risultato è che non sono i fatti a orientare le nostre convinzioni, ma al contrario le nostre convinzioni contribuiscono a selezionare i fatti che decidiamo di accettare come veri
Non solo: meno sono corrette le nostre informazioni su un determinato fatto e più sono forti e radicate le nostre opinioni politiche su quell’argomento. Dobbiamo ringraziare l’università del Michigan. 
Non si spiega altrimenti l’indifferenza con cui una parte degli italiani ha accolto le ultime inchieste della magistratura.
Giovanni De Mauro , direttore di Internazionale



IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI

(Il sonno della ragione, F. Goya)

venerdì 4 marzo 2011

INCOERENTI PER LEGGE

Nel 2008 è stata emanata da QUESTA MAGGIORANZA una legge che vieta di concedere le attenuanti generiche ad un imputato per il solo fatto che non abbia precedenti ; questo provvedimento fu uno dei primi del nuovo parlamento appena eletto ed era mirato a contrastare una tendenza in effetti diffusa nei tribunali (ovviamente gradita all'avvocatura) giustificata forse in parte dall'esigenza di bilanciare l'asprezza di alcune pene.


Adesso si discute di introdurre una norma di natura esattamente opposta... concedere obbligatoriamente le attenuanti generiche agli incensurati ultra 65enni; una LEGGERISSIMA contraddizione la notate anche voi ?


Che tristezza... e lo dico al termine di un giorno in cui ho preparato un'udienza in corte d'Appello settimana prossima nella quale dovrò chiedere il proscioglimento per due terzi dei processi per intervenuta prescrizione... 
Con una semplice norma a costo zero che bloccasse la prescrizione dopo la sentenza di primo grado, si scoraggerebbero le impugnazioni strumentali volte a ottenere solo la dichiarazione della prescrizione e al contempo si renderebbe più effettivo e sensato il lavoro dei magistrati.


Ma le scelte e le riforme di buon senso pare che non facciano per questo paese
A mio parere non è un caso...
E vale per tutte le maggioranze.

giovedì 3 marzo 2011

300 vs 94


La decisione di non celebrare i referendum insieme alle consultazioni amministrative di maggio potrebbe costare 300 (TRECENTO) MILIONI alle casse dello Stato.
Il contributo che tutti i magistrati (e solo i magistrati) daranno alla crisi economica del paese e al risanamento dei conti nei prossimi tre anni ammonta a 94 (NOVANTAQUATTRO) MILIONI (9400€ netti ciascuno su tre anni per i 10000 magistrati ... anche se siamo qualcuno di meno, ma voglio stare largo).

Io sono felice di pagare le tasse e di contribuire ai servizi che lo Stato offre a tutti e a un minimo di redistribuzione della ricchezza; certo sarebbe bello che a contribuire in maniera proporzionale fossero tutti i contribuenti (e non solo una categoria da punire) e che poi i soldi venissero usati nell'interesse della collettività, non buttandoli nei soliti sprechi e nei folli costi della politica.

mercoledì 2 marzo 2011

2952

2952
sono le udienze che il Presidente del Consiglio dice di aver subito a causa della persecuzione dei pm comunisti.
... ovvero 8 anni e 32 giorni di udienze quotidiane, giorni festivi inclusi !
...praticamente quasi una ogni due giorni dal 1994 
anzi di più , visto che dal 15 luglio al 15 settembre non si fanno udienze...
se poi ci si mette che molti processi sono stati a lungo sospesi per norme poi dichiarate incostituzionali (lodo alfano e legittimo impedimento)...la media finale è praticamente di un'udienza al giorno dal lunedì al venerdì dal 1994 a oggi


tutto questo potrebbe essere divertente
se non fosse una dichiarazione pubblica e reiterata di un'alta carica dello Stato
...potremmo sorridere se non fosse uno degli argomenti usati per convincere l'opinione pubblica che lui è perseguitato...
e quindi se non fosse in ultima analisi un'iperbolica bugia (ripetuta fino allo sfinimento) per giustificare niente meno che riforme costituzionali.


trovo che questa vicenda delle 2952 udienze sia davvero simbolica
del corto circuito tra realtà e dibattito pubblico


la cosa grave è che non abbiamo più abbastanza giornalisti che aiutino le persone a distinguere 
la realtà dai reality
le cose serie dalle provocazioni
i dati di fatto dagli slogan propagandistici


...la ciliegina sulla torta, poi, sono gli sciacalli che in questi minuti dissertano morbosamente delle mutandine di Yara e di vario gossip poliziesco su rai 1 e canale 5 , magari dando l'illusione a chi li segue di essere trasmissioni fatte davvero per comprendere e per la giustizia.


Italia, abbiamo un problema
anzi, ne abbiamo oltre 56 milioni...







martedì 1 marzo 2011

diritto ad informare : parla la Corte europea

Corte europea dei diritti dell' uomo 


Sezione IV - Sentenza 25 gennaio 2011 - Ricorso n. 30865/08
(Presidente Bratza; Reinboth contro Finlandia)

Non costituisce una violazione del diritto alla privacy di un individuo la divulgazione da parte dei giornalisti di un articolo che riporta notizie sulla vita privata di un personaggio pubblico se tali informazioni sono di interesse per la collettività.
 È una violazione dell' articolo 10 della Convenzione dei diritti dell'uomo e delle libertà  fondamentali, l'applicazione da parte delle autorità nazionali di sanzioni sproporzionate rispetto all'obiettivo conseguito e che possono avere un effetto deterrente sull'attività del giornalista.